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Giardiello accusa un malore in carcere, slitta l'interrogatorio

Giardiello accusa un malore in carcere, slitta l'interrogatorio

Udienza di convalida del fermo senza il killer. Il giudice si riserva

MONZA. Ha avuto un malore nel carcere di Monza, prima che iniziasse l'udienza di convalida dell'arresto, Claudio Giardiello, l'uomo che in tribunale a Milano ha ucciso tre persone. Lo ha riferito l'avvocato Nadia Savoca all'uscita del penitenziario. Il legale ha spiegato che c'è stata l'udienza di convalida ma che non c'è stato l'interrogatorio. «Giardiello ha avuto un malore - ha detto l'avvocato - è in stato confusionale e non è in grado di riconoscere neanche il difensore. Ora sta bene e si trova nell' infermeria del carcere». Savoca ha poi spiegato che l'udienza di convalida dell'arresto si è tenuta alla sua presenza e che il gip Patrizia Gallucci si è riservata la decisione. Non si è invece svolto l'interrogatorio di garanzia, «che verrà successivamente espletato»

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MILANO. È prevista per lunedì prossimo, il 13 aprile, l'autopsia delle tre vittime della strage di ieri a palazzo di Giustizia di MILANO dove l'imputato beneventano di bancarotta, Claudio Giardiello, ha sparato uccidendo il giudice Fernando Ciampi, l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, e Giorgio Erba, che era suo coimputato, e ferendo altre due persone tra cui suo nipote. È fissato,sempre per lunedì l'interrogatorio di convalida dell'arresto diell'autore della strage.  Quando l'hanno arrestato Giardiello aveva la pistola in tasca e il colpo in canna. L'uomo aveva un altro intero caricatore pieno di colpi oltre a quello utilizzato. Non è escluso che la procura di Monza ipotizzi il reato di strage nei confronti di Claudio Giardiello, l'uomo che ha ucciso tre persone, ferendone altrettante. Allo stato l'imputazione è per omicidio plurimo premeditato e tentato omicidio nei confronti dei feriti. Il pm di Monza Franca Macchia ha depositato stamani la richiesta di convalida dell'arresto. Bisognerà capire, però, sulla scorta degli accertamenti, se Giardiello abbia poi sparato all'impazzata ferendo altre persone

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Sparatoria (ieri, giovedì) in tribunale a Milano. Il bilancio è di tre morti. Diversi, almeno quattro o cinque, i colpi esplosi dall'uomo. Il ministro degli Interni Alfano annuncia la cattura del killer su Twitter: «Catturato a Vimercate presunto assassino». L'autore della strage è Claudio Giardiello, beneventano di 57 anni, imputato in un processo per il crac del gruppo Eutelia-Agile. Le vittime sono il giudice Fernando Ciampi, l'avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, e Giorgio Erba.

«Era una persona particolare, inquietante ma non avrei mai immaginato che fosse capace di una cosa del genere». Così Valerio Maraniello, ex legale di Claudio Giardiello, commenta la sparatoria che ha visto protagonista l'imprenditore. Da quanto emerge l'uomo, originario di Benevento, sarebbe stato il socio dell'immobiliare Magenta fallita nel 2008. »Era un imprenditore distinto, educato, ma si era convinto di essere vittima di una truffa da parte dei soci coimputati nel processo in corso», aggiunge il legale.

L'immobiliare si occupava di mediazione e proprio rispetto al fallimento della stessa sarebbe legata l'azione di oggi. Resta da stabilire come l'uomo abbia fatto entrare l'arma all'interno del tribunale: «Probabilmente - spiega il legale - potrebbe essere entrato insieme all'avvocato e quindi avrebbe evitato i controlli presenti in tutti gli ingressi». Vertice, negli uffici del Tribunale milanese. All'incontro sono presenti il ministro della Giustizia Andrea Orlando, arrivato da pochi minuti nella cittadella giudiziaria milanese, il ministro Angelino Alfano, che già si trovava nel capoluogo lombardo per un incontro in Prefettura, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, il presidente della Corte d'Appello Giovanni Canzio e il sindaco Giuliano Pisapia.

MATTARELLA - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, impegnato al Quirinale in una serie di incontri internazionali, è informato costantemente sull'evoluzione della vicenda accaduta al Tribunale di Milano.

RENZI - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è in contatto con il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e della Giustizia, Andrea Orlando, per seguire gli sviluppi di quanto accaduto.

MARONI - Un fatto "sconvolgente" gli spari in Tribunale a Milano «che ci hanno indotto a sospendere il comitato sicurezza in corso». Ad affermarlo il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, uscendo dagli uffici della Prefettura. «E' sconvolgente - insiste - e inconcepibile che uno possa entrare in Tribunale con un'arma, che una persona qualunque riesca ad entrare con una pistola».

ANM. «Per i tragici fatti al #tribunale di Milano profondo sgomento e dolore», scrive in un tweet l'Associazione nazionale magistrati.

UN MINUTO DI SILENZIO PER VITTIME - La presidente della Camera Laura Boldrini ha informato l'aula della sparatoria avvenuta a Milano. La Camera ha espresso il proprio cordoglio per le vittime, osservando un minuto di silenzio.

Uno dietro l'altro, i post sulla sparatoria in un'aula di Palazzo di Giustizia di Milano che ha fatto quattro morti, contengono tutti lo stesso quesito. Il popolo social si domanda: come è possibile che si entri con una pistola in tribunale? «Non solo entra... ma pure riesce ad uscire! La sicurezza è un colabrodo! #tribunale #milano», twitta Licia Ronzulli, membro del comitato di presidenza di Forza Italia. Il deputato Pd Dario Ginefra a sua volta si domanda e scrive su Twitter: «Mi domando quali metodi di controllo abbiano i tribunali se è possibile che un imputato acceda in aula armato come è accaduto oggi a #Milano».

Ma al di là dei politici, anche comuni cittadini basiti di fronte all'agghiacciante notizia non fanno altro che porsi lo stesso quesito: «Ma come si fa a entrare in un tribunale armati? E il metal detector?», commenta uno. Qualcun altro prova a sdrammatizzare e fa una battuta: «Ma se una pistola riesce ad entrare al Palazzo di Giustizia di #Milano, a #EXPO che ci portano? I carri armati? Una portaerei?». Un'altra dice: «Un uomo entra nel #tribunale di #milano armato e a me l'ultima volta mi han fatto lasciare all'ingresso il deodorante che avevo in borsa». Un altro utente ancora fa notare: «Panico per una sparatoria in #Tribunale a #Milano. In quello di Palermo non si sarebbe girato nessuno».

Una donna preoccupata scrive su Twitter: «Con che cuore mando i miei figli in gita ad Expo? In Italia la sicurezza è solo una questione di provvidenza». E c'è chi dice che «#Milano è diventata una città fuori controllo. Una strage dentro al #Palazzodigiustizia non si era mai vista». E non è un film. Purtroppo.

 

CHI È CLAUDIO GIARDIELLO

Lavorava nel settore dell’edilizia ed è nato a Benevento il 6 marzo del 1958, residente in Brianza. A quanto si è appreso aveva diverse società ma negli ultimi tempi si trovava in gravissime difficoltà finanziarie, sfociate in diverse cause giudiziarie. È stata dichiarata fallita il 13 marzo del 2008 la Immobiliare Magenta, la sua società a responsabilità limitata. L’azienda, si evince da una visura camerale, faceva capo per il 55% a Giardiello, per il 30% a Davide Limongelli, nipote di Giardiello, coimputato e rimasto colpito nella sparatoria. Un terzo socio con il 15% si chiama Giovanni Scarpa.

Il curatore fallimentare nominato dal Tribunale si chiama Walter Marazzani. Nel novembre del 2006 era stato depositato un atto di sequestro delle quote di partecipazione di Limongelli e di Scarpa, mentre nel giugno e nel novembre del 2007 erano stati depositati atti di sequestro delle quote di Giardiello.

I  due imputati coinvolti nello stesso processo, Davide Limoncelli e lo zio Giorgio Erba.

Giardielloè residente in Brianza, a Brugherio. Aveva quote in un paio di società immobiliari, che però sono entrambe fallite, la prima nel 2008, la seconda nel 2012. Claudio Giardiello era imputato nel processo Magenta Immobiliare e non nel processo Eutelia, come precedentemente riferito. Il bilancio della Magenta, in particolare, era in passivo di quasi 3 milioni. A dicembre, il liquidatore aveva disponibilità per 284 mila euro Lorenzo. Alberto Claris Appiani, morto nella sparatoria, era stato l’avvocato dell’aggressore in un procedente processo per fallimento e all’udienza di giovedì nel Palazzo di giustizia milanese era andato a testimoniare.

Ha esploso 13 colpi e aveva 2 caricatori
«Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato»: queste, secondo quanto si è appreso, le prime parole pronunciate da Claudio Giardiello, subito dopo essere stato bloccato dai carabinieri, che lo hanno intercettato a bordo del suo scooter vicino ad un centro commerciale di Vimercate. Dalla ricostruzione della sparatoria è emerso, inoltre, un particolare inquietante. Il 57enne ha sparato 13 colpi con una pistola calibro 7.65 e aveva con sé due caricatori: una potenza di fuoco che avrebbe potuto causare molte più vittime.

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