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12 Agosto 2022 - 15:58
Il Cav precisa: «Mai voluto attaccare il Colle». La Russa getta acqua sul fuoco: «Ora serve evitare ostacoli». Conte: «La destra vuole spartirsi il potere»
ROMA. È bufera sul tema del presidenzialismo. A dare fuoco alle polveri Silvio Berlusconi che tira in ballo il nome di Mattarella evocando possibili dimissioni del capo dello Stato in caso di approvazione della riforma sull'elezione del Capo dello Stato. «Il presidenzialismo esalta la democrazia - dice il leader di Forza Italia Radio Capital. «Se entrasse in vigore presidenzialismo - sottolinea - Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe essere eletto di nuovo. Una mia candidatura? Mah, restiamo alle cose attuali...», conclude. Parole che scatenano la bufera malgrad la precisazione dello stesso Berlusconi che assicuran di non aver «voluto attaccare Mattarella, né di averne chiesto le dimissioni. Il leader del Pd, Enrico Letta, è durissimo: «Il fatto che il centrodestra inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il paese». A tentare di gettare acqua sul fuoco è Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia: «L'importante ora è non minare il percorso per il presidenzialismo, poi si pensa a tutto il resto, ora serve evitare gli ostacoli. Capisco e apprezzo il concetto in generale espresso da Berlusconi ma il vero problema è arrivarci al presidenzialismo, tutto il resto passa in secondo ordine». Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parla di «parole inquietanti da parte di Berlusconi». Il presidente del M5S Giuseppe Conte teme addirittura che la destra voglia arrivare ad una spartizione del potere, «con Meloni premier, Salvini al Viminale, e Berlusconi al Colle. La destra getta la maschera ma noi non permetteremo che pieghino le istituzioni». Carlo Calenda twitta: «Berlusconi non va eletto, non è più in sé». Dalle due ministre ex Fi, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, arriva la richiesta di tenere fuori dalla polemica il Quirinale. E il presidente della Camera Roberto Fico chiosa: «La nostra è una Repubblica parlamentare. Il nostro Presidente della Repubblica ha un mandato della durata di sette anni. Qualcuno se ne dovrebbe fare una ragione e non trascinare le istituzioni nella campagna elettorale».
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