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Tamponi ad amici e parenti, sospesi due infermieri

Tamponi ad amici e parenti, sospesi due infermieri

Sono due fratelli in servizio presso l'Asl Napoli 1: le accuse sono di peculato, falso ideologico e truffa. Il dg Verdoliva: «Fa male pensare che mentre la stragrande maggioranza dei nostri professionisti si impegnava a fare bene, qualcun altro ne approfittava per guadagnare sull’emergenza»

NAPOLI. Sono stati sospesi per un anno dall'esercizio del pubblico servizio due infermieri, fratelli gemelli, in servizio presso una Asl di Napoli, accusati di peculato, falso ideologico e truffa. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale partenopeo, al termine di indagini condotte dai Carabinieri del Nas del capoluogo campano. Gli indagati, durante il periodo critico della pandemia, si sarebbero impossessati di un centinaio di tamponi per la rilevazione del Covid riservati ai dipendenti di una Asl di Napoli poi utilizzati per amici e parenti in cambio di 50 euro ciascuno. Dopo avere praticato il tampone, avrebbero inserito nel database i reali nominativi dei loro clienti e questo ha consentito successivamente di rilevare che quelle persone non erano dipendenti dell'Asl. Inoltre, nel corso delle indagini, gli investigatori hanno scoperto che uno degli infermieri risultava in malattia mentre partecipava a un corso formativo in ambito sanitario. «Ricordo molto bene quel periodo – dice il direttore generale Ciro Verdoliva - giorni nei quali ognuno di noi profondeva il proprio impegno per contenere il contagio. Fa male pensare che mentre la stragrande maggioranza dei nostri professionisti si impegnava a fare bene, qualcun altro ne approfittava per guadagnare sull’emergenza. Anche in quel periodo così intensoe complicato non abbiamo mai abbassato la guardia, abbiamo sempre denunciato e i provvedimenti di oggi ci dicono che abbiamo fatto bene».

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