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«Colpo mortale al Mercadante»

«Colpo mortale al Mercadante»

Andò: «La Regione ha tagliato due milioni, salta la rassegna estiva a Pompei»

NAPOLI. La sesta edizione della rassegna estiva dello Stabile, Pompeii Theatrum Mundi, prevista tra giugno e luglio prossimi al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei è stata sospesa. A comunicarlo il direttore Roberto Andò e il vicepresidente vicario Stefania Brancaccio. «Il capo di gabinetto del Presidente della Regione Campania mi ha comunicato che il Poc, il contributo di fondi europei che da tempo supporta l’attività del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, non è ridotto o in parte tagliato, come si paventava, ma in credibilmente è del tutto eliminato. La cifra che corrisponde a questo finanziamento nel tempo è cambiata, è stata anche molto superiore, però si è assestata sui 2 milioni di euro. Oggi, quindi, nel giorno in cui avrei dovuto illustrare il programma del festival, che dedichiamo a Pompei e che per noi è una punta di diamante dell’attività programmatica, vi annuncio invece una catastrofe» dice Andò annunciando che il Cda, all’unanimità, ha deciso di sospendere la rassegna per mettere in “sicurezza” l’esistenza stessa del Teatro di Napoli. La somma che si andrà a risparmiare, infatti, all’incirca 700mila euro, servirà a garantire il rispetto dei parametri che il ministero richiede per svolgere il ruolo di teatro nazionale al Mercadante-San Ferdinando, unico nel Mezzogiorno. Quello che è accaduto è un’azione che va, dice Andò, «contro il Mezzogiorno, contro Napoli, contro la cultura. Avrei voluto dire tutto quello che si era previsto di fare ma non posso. Ci siamo presi un tempo per valutare e assorbire il senso di questo colpo perché non ce lo aspettavamo. C'erano state deliberazione che prevedevano un taglio ma qui si tratta di una mutilazione che è una cosa di gran lunga diversa. Non ci sono state avvisaglie di alcun tipo o polemiche, come è capitato per altre situazioni, c come il San Carlo, perciò mi appare incomprensibile e non motivabile questa decisione». Alla domanda perché cancellare proprio la rassegna di Pompei che ha consensi a livello mondiale, il direttore ribadisce che «Pompeii Theatrum Mundi è stato sicuramente uno degli aspetti delle attività di questo teatro tra le più caratterizzanti e qualitative, ma è eccentrica rispetto alla sua programmazione». Ne consegue che è la più logica vittima sacrificale, anche se così illustre, «per trovare il modo di coprire il gap che si è creato con questa ferita. È chiaro che chiederemo aiuto al Ministero, al Comune, alla Città Metropolitana ma i tempi sono estremamente esigui. Se ci fosse stato solo un taglio le difficoltà sarebbero state minori e assorbibili ma, ripeto, a fronte di una mutilazione c’è ben poco da fare». Stefania Brancaccio ribadisce che il Teatro di Napoli, al pari di qualsiasi altro teatro pubblico, ha una responsabilità sociale: «Il teatro non è solamente uno spettacolo. Alle sue spalle si mette in moto una macchina di lavoro articolata e complessa composta da attori, tecnici, maestranze e le loro famiglie ai quali bisogna dire che non si lavora più. Di fronte a questa realtà non c’è ragione politica che tenga». Ed Evelina Christillin, componente del Cda, si dice «profondamente amareggiata del taglio improvviso e ingiustificato da parte della Regione Campania, che compromette gravemente lo svolgimento della stagione a Pompei, e lo status di Teatro Nazionale del Mercadante, unico a vantare questa qualifica nel Mezzogiorno d’Italia. Così si penalizza un’eccellenza culturale e si mortifica il lavoro di attori, tecnici, e maestranze tutte, rischiando un immeritato arretramento sul fronte artistico e sociale».

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