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28 Giugno 2023 - 14:33
Il governatore: «Facciamo un'operazione verità anche sugli operatori e suo posti letto, in Lombardia ci sono 142 mila posti letto, in Campania 42 mila»
ROMA. «Dobbiamo cominciare a fare un'operazione verità rispetto al Fondo sanitario nazionale dove registriamo sperequazioni che sono diventate scandalose». Così il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, in occasione del convegno “Agenas festeggia trent'anni: tra passato, presente e futuro". «La mia Regione è ultima in Italia per riparto procapite, la Campania è stata derubata per 10 anni di duecento milioni l'anno. Bisogna avere un riparto uguale per tutti i cittadini italiani. Oggi - evidenzia - abbiamo 40 euro pro capite in meno, è una vergogna, lo sanno tutti ma non c'è nessuna forza politica che abbia senso dello Stato per garantire la stessa sanità a tutti i cittadini italiani. Facciamo un'operazione verità anche sugli operatori e suo posti letto, in Lombardia ci sono 142 mila posti letto, in Campania 42 mila. Io mi aspetto che ci sia questa operazione verità per le risorse procapite, per numero di posto letto e addetti per abitante».
Il governatore poi insiste: «Dobbiamo aprire le facoltà di Medicina, togliamo il numero chiuso perché la selezione si fa sul campo, non è più possibile in questa emergenza drammatica continuare a non prendere decisioni eccezionali. Abbiamo la necessità assoluta di misure di guerra. Anziché far venire i medici da Cuba mandiamo i giovani specializzandi nelle corsie. Non riusciamo più a fare i turni nei Pronto soccors perché vi sono carenze in alcune specialità e facciamo i concorsi e i medici non partecipano oppure chi li vince dopo un po’ chiede il trasferimento in un altro ospedale e noi non abbiamo strumenti per impedirlo. Allora cominciamo a stabilire che quando si fanno i concorsi per l’area emergenza-urgenza, chi vince deve rimanere almeno 3-5 anni nell’ospedale dove ha partecipato al concorso. Poi c’è un problema della parte retributiva: non regge più una situazione per la quale un medico che lavora in un reparto di medicina generale ha la stessa retribuzione di un medico che sta in un pronto soccorso. È evidente che bisogna differenziare le retribuzioni, così come bisogna differenziarle per chi lavora in aree disagiate».
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