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La Cisl Fp a De Luca: «No all'autonomia differenziata, serve un nuovo modello di sanità»

La Cisl Fp a De Luca: «No all'autonomia differenziata, serve un nuovo modello di sanità»

Medici: «C sono vuoti di organico pazzeschi. E siamo ultimi per posti letto, nella speranza di vita, e primi per la migrazione sanitaria, con 500 milioni spesi per la cura dei nostri concittadini in altre regioni»

NAPOLI. Un «no» secco all’autonomia differenziata e una mano tesa alla Regione Campania per creare un nuovo modello di sanità in un territorio dove «l’accumulo delle inefficienze ci ha portati ad essere ultimi in tutto, nonostante risorse professionali straordinarie e di eccellente qualità». A dirlo senza mezzi termini è il segretario generale campano della Cisl Fp, Lorenzo Medici, nel corso di un’iniziativa del sindacato a Napoli. «Ci sono vuoti di organico pazzeschi - sottolinea -. E siamo ultimi per posti letto, nella speranza di vita, e primi per la migrazione sanitaria, con 500 milioni spesi per la cura dei nostri concittadini in altre regioni. I Pronto soccorso vengono presi d’assalto anche per la totale assenza di medicina territoriale». Ecco, quindi, un invito al governatore Vincenzo De Luca «che non stiamo qui ad accusare, perché ormai lo fanno in molti dopo che siamo stati in splendidsa solitudine. Ora gli offriamo una possibilità, perché il capo è molto più debole e ha bisogno di quell’aiuto che gli stiamo mettendo a disposizione da mesi» dice Medici.

Di qui i punti cardine della proposta: «Un piano straordinario di assunzioni a copertura dei grandi vuoti di organico esistenti, per i quali si rischia un blocco delle attività sanitarie in moltissimi nosocomi e presìdi sul territorio; un incremento dei posti letto, rendendo in primis utilizzabili tutti quelli che, segnatamente nelle aziende universitarie e in diversi ospedali, non sono attualmente funzionanti; confronto di merito con la Giunta e con il Consiglio regionale sulla medicina territoriale, con un focus sui progetti di case e ospedali di comunità previsti dal Pnrr; verifica delle azioni messe in campo e di quelle ulteriori da definire sulle lunghissime liste d’attesa, per frenare la migrazione sanitaria verso il Nord; un piano di sicurezza per gli operatori sanitari de i contrasto alla violenza della quale sono vittime in primis gli operatori del Pronto soccorso; reinternalizzazione dei servizi».

Dal canto proprio, il segretario generale nazionale Maurizio Petriccioli evidenzia che «non ci piace questa autonomia differenziata che aumenta le diseguaglianze tra le diverse aree del Paese. Abbiamo bisogno restituire alle persone e anche alla comunità campana una medicina territoriale più forte in grado soddisfare le richieste dei cittadini senza intasare gli ospedali dove si curano le acuzie. Noi siamo disponibili a collaborare ma la politica deve uscire dal meccanismo di governare esclusivamente le emergenze».

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