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nelle chiese di Napoli
22 Aprile 2025 - 10:40
NAPOLI. I turisti sono gli unici e pochi frequentatori della chiesa del Lunedì in Albis. La Pasquetta tra i boschi, in spiaggia o tra i monumenti allontana i fedeli dalla frequentazione degli altari. Per questo, il Duomo di Napoli attrae fiumi di visitatori ma solo per curiosare tra sculture e tesori di San Gennaro.
Così, anche i napoletani che hanno deciso di vivere la città da turisti si aggirano senza interesse per i luoghi sacri.
Avete saputo della morte di Papa Francesco?
«Sì», rispondono titubanti Francesco e Ilaria. Con i loro amici, Marco e Federica stanno per entrare nella cappella dedicata a San Gennaro. «Abbiamo saputo, ma non ce l’aspettavamo. Lo avevamo visto ieri che ha impartito la benedizione, sono veramente dispiaciuto», le parole di Francesco.
«Io sono dispiaciuto tantissimo – rincara Marco – Era molto moderno».
«E poi in questo periodo giubilare – incalza Ilaria – in un momento così particolare, in un giorno così particolare… speriamo che chi lo succederà, continuerà sul suo esempio, che proseguirà nel processo di innovazione e apertura che ha avviato. Che resti coerente con la linea di Papa Francesco».
«E che non dovremo vivere una sequenza di fumate nere», conclude Federica.
Più in là, esce dalla cappella un gruppo di pellegrini da Isernia, accompagnati dal vicario foraneo di Colli, don Vincenzo Frino. Pur trovandosi fuori sede, appresa la notizia, ha dato telefonicamente l’indicazione di suonare le campane a morto nella chiese di Colli.
«La nostra comunità era preparata a questa notizia. Si pregava ogni giorno per il Papa, ma non ce lo aspettavamo, non nell’immediato, perché lo avevamo visto in pubblico in questi giorni – racconta don Vincenzo - Credo che lasci una Chiesa più vera e più diretta, più pratica disponibile all’ accoglienza di tutti».
Una turista di Foggia si stringe nelle spalle: «Purtroppo la morte di Papa Francesco non mi ha colto di sorpresa, considerando quanto stava male, era quasi prevedibile. Sono molto dispiaciuta, questa è proprio una giornata “particolare”».
Tamas Ko’szo, turista cattolico ungherese, con un figlio cattolico e la moglie e l’altra figlia protestanti, racconta che resteranno 8 giorni a Napoli, e non hanno voluto rinunciare a una visita al Duomo.
Come ha saputo della morte del Pontefice?
«Questa mattina, ho letto la notizia di Papa Francesco alle 9,30: era su tutti i siti web e media ungheresi»,
Ma crede che la Chiesa che lascia sia meglio o peggio della precedente?
«Credo che sia uguale a prima. Lui aveva 88 anni, aveva una salute precaria, non governava da solo la Chiesa, intorno a lui c’erano i Cardinali in questi ultimi anni. Non era solo».
Adesso in quale Papa spera?
«Spero in un Papa come Giovanni Paolo II. Karol Woytila è il mio Papa preferito. Mi auguro che il prossimo Papa sia al suo livello».
Le altre grandi e importanti chiese di Napoli, del Gesù e Santa Chiara, hanno i portoni chiusi, Lunedì in Albis non è una giornata di precetto, ovvero, non c’è l’obbligo dei cattolici di partecipare alle celebrazioni religiose. Ma, come dicono i turisti che si fermano interdetti davanti alle chiese chiuse: «Oggi è una giornata “particolare”» e, a parte le campane a morto, forse si aspettavano qualche eccezione.
Aperta, invece, la chiesa dedicata a San Nicola alla Carità. Poche persone. Sedute guardano in silenzio l’altare.
Siete entrati come visitatori o per pregare?
«Per pregare – risponde persino sorpresa una famiglia di Gravina di Puglia – Siamo giunti per la sola giornata di Pasquetta, in bus, per una gita organizzata con altri turisti. Poi abbiamo saputo la triste notizia di Papa Francesco».
Madre, padre e figlio, Anna, Francesco e Giuseppe, si stringono uno accanto all’altro su una panca e chiedono di non essere fotografati. Sono entrati solo, infatti, per pregare.
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