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11 Novembre 2018 - 21:37
Tanti ragazzi entusiasti all'incontro con lo scrittore Lorenzo Marone in occasione del concorso "La pagina che non c'era"
di Lorenzo Cordua, Jathushan Gunaratnam e Marco Pezzella
Non capita spesso che la Biblioteca Nazionale sia frequentata da ragazzini. Invece ce ne sono tanti per l’ incontro organizzato da “Una pagina che non c’era”. Ospite attesissimo è Lorenzo Marone, che ha scritto il romanzo “ Un ragazzo normale”, letto da tutti i giovanissimi studenti. Grande il successo dell’iniziativa, dato che lo scrittore è stato letteralmente tempestato di domande dai piccoli lettori. Ne è molto soddisfatta la professoressa Francesca Di Fenza (nella foto con alcuni studenti) che è tra le organizzatrici di questo incontro.
I ragazzi sono stati contenti per questo lavoro?
«Questo è il sesto anno del progetto che innanzitutto è piaciuto a noi. È iniziato nelle scuole superiori perché è lì che la lettura diventa più complicata perché è difficile proporre un testo di narrativa che possa piacere ai ragazzi ma che sia anche di qualità. In genere a scuola non ci sono testi così e per noi è difficile scegliere un libro adatto. La risposta degli alunni è sempre positiva. La parte più bella per noi che organizziamo questi incontri è proprio il momento in cui arrivano queste pagine, gli alunni sono sempre molto originali e scrivono bene, quindi è una sorpresa vedere i ragazzi che si appassionano».
Perché ha scelto questo libro per il progetto?
«Per esperienza dico che il protagonista deve essere un adolescente perché ci deve essere un immedesimazione da parte del lettore. Per l’epoca in cui è ambientato, mi sono immedesimata pure io. Il fatto di essere adolescente fa immergere nella storia il ragazzino e gli fa comprendere meccanismi delle situazioni: è una carta vincente».
Come le è sembrato Lorenzo Marone nel rapporto con gli studenti?
«È stato abbastanza accogliente nelle domande, attento. I ragazzi a volte non si accorgono di riformulare domande già fatte, però lui ha dato sempre una sfumatura diversa aggiungendo elementi che non aveva espresso prima e i ragazzi sono stati anche piuttosto attenti e ordinati»
È la prima volta che organizza questo tipo di incontri?
«No, è il sesto anno. Abbiamo avuto autori come Erri de Luca, Francesco d’Amico, Fabrizio Silei, Nicolò Ammanniti. Ogni scrittore è stato particolare e diverso dall’altro»
È orgogliosa di aver organizzato questo evento?
«Quando finisce sì. È tutto molto faticoso: già solamente mettere le sedie a posto, chiamare le scuole e tutto il resto. Quindi il momento finale è sempre una gran bella soddisfazione».
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