Cerca

ETIMOLOGIE NAPOLETANE

Pazzìa=paziente

Fin dalla più remota antichità, il mondo è stato pieno di pazzi, e ciò è riportato in ogni letteratura. Nei secoli remoti, la pazzia era considerata l’effetto di una possessione demoniaca, e non mancavano quelli che erano convinti che colpisse quanti si erano macchiati di una grave irriverenza verso una divinità. Già Ippocrate, celebre medico greco vissuto intorno al 400 avanti Cristo, circa la funzione del cervello affermò che: «Attraverso questa parte ragioniamo e comprendiamo e da questa stessa nasce la follia». Tra l’altro, ne parlano spesso anche gli Evangelisti nel Nuovo Testamento, quando riportano le miracolose guarigioni di Gesù sugli indemoniati; perché chi mai potrebbero essere se non persone uscite di senno, cioè i pazzi? E ancora, all’inizio del XVI secolo, ci fu addirittura un celebre sacerdote olandese, tale Erasmo che veniva da Rotterdam, il quale nel suo girovagare per l’Europa, fermatosi per un po’ in Inghilterra, scrisse la sua opera più nota: “Elogio della pazzia”. Però, in Italia, dal 1978, non esistono più i pazzi, e ciò per merito (si fa per dire), di uno psichiatra, Franco Basaglia, che per questa teoria si batté tenacemente e alla fine la spuntò, in quanto fu promulgata una legge secondo la quale il malato di mente non deve essere più considerato pericoloso per sé e per gli altri, e di conseguenza si è avuta la chiusura degli Ospedali psichiatrici (manicomi), e quelli che prima erano considerati pazzi, ora possono circolare liberamente e vivere nelle case con i propri familiari, come una qualunque persona colpita da un’infermità fisica. Prosit. In napoletano pazzià o pazziare ha tutto il significato e comprende tutti i sinonimi di scherzare, cioè giocare, spassarsi, divertirsi, svagarsi, ecc. L’etimologia di pazzià ci porta d’istinto a ricercare nella parola pazzo il suo etimo. Pazzo deriva dal latino patiens= paziente, che oltre ad aggettivo, è anche un sostantivo maschile e femminile, e in questa forma significa malato. Per pazzià si può anche risalire al greco pàizo= scherzo, ma pure, sempre al greco, pathos= patimento fisico o morale. In effetti, chi scherza, cioè pazzéa, si allontana dalla realtà e fantastica, creandosi situazioni piacevoli, e irreali. E noi napoletani siamo tanto attaccati a questo concetto, che chiamiamo anche i giocattoli pazzièlle. Infine abbiamo anche il pazzariello, mestiere ormai scomparso, che era il banditore, il promotore che un tempo veniva chiamato quasi sempre allorché s’inaugurava un negozio. È il caso di ricordare che nel film “L’oro di Napoli”, nell’episodio in cui il grande Totò impersonava il personaggio vittima con la propria famiglia del guappo, esercitava proprio il mestiere del pazzariello.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori