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I PROTAGONISTI

Roberto Murolo, l’abbraccio di Napoli nella voce

Vent’anni fa ci lasciava per sempre Roberto Murolo spegnendo per sempre l’incantesimo di una voce tanto unica e singolare da essere per questo speciale! Il cantante dalla voce melodiosa chiudeva la sua vita nell’abbraccio dell’intera città e per me che lo conoscevo da sempre creava un vuoto enorme. Nel 1993 gli avevo dedicato un piccolo libro arricchito dalla prefazione di Domenico Rea e da decine di testimonianze che sommarono Luca de Filippo, Nicola Piovani, Paolo Isotta, Michele Prisco, Mia Martini e altri ancora, occasione speciale per me, quasi quotidiana, di ascoltare i suoi racconti/ricordi nella casa di via Cimarosa dove viveva, oggi sede della Fondazione Murolo. La perdita fu un dolore come per una persona di famiglia! Prediletto da mia madre che in anni soltanto “radiofonici” non perdeva una sua interpretazione, lo sentii cantare dal vivo per la prima volta a Sorrento, quando, nascosta dietro una vetrata dell’ Europa Palace, vestito in velluto nero e camicia alla Robespierre, ascoltai il cantante dalla voce melodiosa che cantava “Anema e core” . In seguito fu presenza fissa al Circolo dei forestieri e, galante nella sua onnipresente gentilezza, in una sera d’estate mi invitò a ballare coinvolgendo me sedicenne, al centro della pista, in un languido slow! Con il passar degli anni la vita mi avrebbe riservato poi decine di incontri, interviste, presentazioni in palcoscenico, conduzione di concerti al Teatro Sistina e al Teatro Mercadante in coppia con Amalia Rodriguez, una serie di interviste e finalmente per presentare il mio libro raggiungerlo al Festival di Sanremo con Mia Martini e amici storici raggiungerlo al Festival di Sanremo per la serata in cui fu protagonista. Grande interprete della canzone, dicitore delicato quanto anticipatore di un modo di interpretare la canzone napoletana, per tutta la sua vita inseguendo grandi predilezioni canore interpretò melodie indimenticabili che, con sapienza, cultura sensibilità e ingegno, aveva riversato in quell’opera monumentale che è l’Antologia della canzone napoletana. Negli anni iniziali della carriera, dopo aver fondato il Quartetto Mida e girato il mondo per otto anni anche raggiungendo una Germania totalmente distrutta dalla guerra, rientrò poi definitivamente a Napoli per andare in seguito a Capri dove cominciò sua carriera di cantante dalla voce suadente. Napoli l’ha amato moltissimo e lui ha amato la sua città dalla quale non si è poi voluto allontanare nonostante i numerosi inviti ovunque e sollecitazioni cinematografiche. Singolare quanto sapiente quello che scrisse di lui Domenico Rea: “Quando Roberto Murolo cominciò a cantare la canzone napoletana era tutto un canto spiegato o a fronne ’e limone, come si usava dire… ma quando invece entra in scena Roberto Murolo cambia tutto! Con un filo di voce regala alla canzone napoletana un nuovo spessore e una lunga durata. In pratica porta la canzone napoletana dalla strada a tutti noi”. Figlio di un grande poeta, cresciuto in via Cimarosa dove, fino alla fine, lui raccontava che” su quei divani e poltrone del salotto erano passatoi i più grandi nomi della canzone e della poesia”, Roberto Murolo, prediletto per tutta la vita da quell’ anticipatore/scopritore di talenti che è Renzo Arbore, rinverdì i suoi successi proprio negli anni in cui tutti avrebbero pensato ad un declino. Con esibizioni condivise con Amalia Rodriguez e serate che dal Teatro Sistina di Roma arrivarono al Teatro San Carlo, in occasioni spesso legate a indimenticabili/ironici duetti con Arbore, Roberto visse anni di gloria riconosciuta e condivisa. Come sempre ha sottolineato il suo infaticabile sostenitore (Arbore) resta il segreto irrisolto di quella voce vellutata che rendeva ogni frase credibile, ogni affermazione un sogno anticipatorio e che, a dirla tutta… mi manca tanto!

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