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Il fattariello

Caro Meucci... ch'e cumbinato

Eh sì caro don Antonio, ‘na tiratella di orecchie ve la meritate proprio

Eh sì caro don Antonio, ‘na tiratella di orecchie ve la meritate proprio. Certamente non immaginavate nemmeno lontanamente, a cosa saremmo poi arrivati, da quando in quel (ahinoi) giorno del 1849, nel corso dei vostri esperimenti di elettroterapia, scopriste la trasmissione della voce per via elettrica, dando così il via al primo telefono elettrico della storia, che voi battezzaste come “telegrafo parlante” e successivamente “elettrofono”. Da allora, fu tutto un susseguirsi di ulteriori esperimenti e, a farla breve, a quel benedetto telefono che ben conosciamo noi tutti. Mo’ vi chiederete perche’ “ ‘na tiratella di orecchie?”. Indubbiamente, per noi comuni mortali, fu una comodità senza pari. Poter parlare con parenti o amici lontani, fu una vera goduria; al riguardo ricordo quando, abitando io a Torino e volendo parlare con la mia ragazza a S. Giorgio che non aveva il telefono, prenotavo la chiamata presso il posto telefonico pubblico, oppure quando per economizzare, si usava il telefono duplex, cioè lo stesso numero per due utenti, e tutto questo, sempre grazie a voi caro don Antonio; poi arrivò il videotelefono…un marchingegno enorme ce ci consentiva di parlare e vederci con altra persona, altrettanto munita di questo marchingegno. E nonostante tutti i progressi, le persone continuavano a parlare… dialogare…raccontarsi cose.. ma… il “bello” doveva ancora arrivare. E noi, ragazzi di fine anni ’40, cosa ci inventammo? Fummo i primi a realizzare il telefono portatile. Come, non ci credete? Mo’ vi spiego: usando due bicchieri di cartone, quelli dei gelati (non erano ancora di plastica), ne foravamo il fondo e vi facevamo passare, dall’uno all’altro, un filo di cotone di circa dieci/quindici metri, tenuto fermo al fondo dei bicchieri, con un pezzetto di stuzzicadenti; poi, uno portava il “coppetiello” all’orecchio e l’altro alla bocca e, che ci crediate o no, si parlava, semprechè il filo fosse ben teso. Poi….poi…siamo arrivati dove siamo arrivati: non si dialoga più…ci si telefona… ci si vede con una videochiamata…a tavola sono aumentate le posate: cucchiaio. forchetta, coltello e…telefonino!| E fermiamoci un  po’ con sto benedetto smartphone….riprendiamo a parlarci in faccia e…. scusate, mi è arrivata una videochiamata. Alla prossima.

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