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Francesca Marini, un grande talento naturale

«Con il mio canto spero di poter accarezzare il cuore delle persone»

Francesca Marini, un grande talento naturale

Francesca Marini

Francesca Marini nasce come cantante solista. Nelle sue serate in Italia e all’estero in prestigiosi locali, ha sempre omaggiato le grandi interpreti internazionali, tra cui Edith Piaf e Amalia Rodrigues, un mix di stili e culture musicali che l’hanno resa una grande artista poliedrica, una delle voci più belle del nostro panorama artistico. Si è dedicata con altrettanto successo alla canzone classica napoletana di cui è interprete prestigiosa e di livello.
«Sono nata a Ponticelli e ho passato parte della mia infanzia con i miei nonni materni a Gianturco (una delle persone che ho più amato nella mia vita è stata proprio la mia nonna Antonietta) perché i miei genitori lavoravano entrambi, poi mi sono trasferita con la mia famiglia al Villaggio Coppola. Amo molto gli animali, soprattutto i cani e i cavalli, e da grande avrei voluto fare la veterinaria. Il destino però ha scelto diversamente. La passione per il canto è nata con me. Ricordo che da piccolina immaginavo che la mia bambola fosse una cantante».
Che cosa accadde con precisione al Villaggio Coppola?
«I miei genitori si scambiavano visite con i vicini delle villette accanto alla nostra e in quelle occasioni papà cominciò a farmi cantare.Nonostante fossi molto timida non avevo vergogna di esibirmi davanti agli altri. Per tutti divenni Francesca, la “piccerella con la bella voce”. Il mio nome cominciò a girare e mi chiamavano in molti per farmi esibire .Fu così che ebbe inizio il mio viaggio nel meraviglioso mondo della musica».
Qual’era il suo repertorio?
«Canzoni italiane e straniere. Quando non avevo un accompagnamento live utilizzavo le basi musicali Altamarea che allora erano molto in voga».
Quanti anni aveva?
«Ero agli inizi dell’adolescenza. Un giorno papà mi disse che l’emittente televisina privata Televomero mandava in onda una trasmissione che imitava la famosa “Corrida” condotta da Corrado. Feci un provino interpretando “Tanti auguri a te” di Marcella Bella. Non vinsi, ma fui notata».
Quindi?
«Alcuni impresari mi chiamavano per partecipare alle feste di piazza e poi conobbi Baldi, lo zio paterno di Patriza Baldi, moglie di Claudio Villa. Ero entrata in un gruppo di showgirl avvenenti, mentre io invece avevo un fisico minuto. Il pubblico però era attratto dalla mia voce e mi regalava sempre grande affetto».
Quando ci fu la svolta?
«Quando conobbi Roberto Criscuolo, in arte Roberto Alviani. Era un cantante musicista con un’esperienza musicale enorme. Fu un incontro molto singolare. Lui era sbarcato da poco dalla nave da crociera “Achille Lauro” ed era stato invitato, con il suo pianista, ad esibirsi in un locale molto noto sul litorale domizio per allietare la notte di San Silvestro. Io ero con la mia famiglia e mio zio (mio grande fan) per ben tre volte gli chiese di farmi cantare perché avevo una bella voce. Alla fine Roberto spazientito esclamò: “Bene,allora portatemi questa novella Barbara Streisand!”. Lo sentii e rimasi mortificata ma vinsi la riluttanza e, dopo essermi scusata per l’insistenza di mio zio, gli dissi che avrei voluto cantare “Evergreen” e “New York”. Rimase, come si suol dire, di stucco perché sono due brani non facili che difficilmente una ragazzina poteva conoscere. Quando terminai la mia esibizione gli applausi scrosciarono e anche Roberto rimase entusiasta. In seguito mi ha raccontato che mai avrebbe immaginato che da un corpo esile come il mio potesse venire fuori una voce così potente».
Ebbe inizio il suo viaggio nel mondo musicale insieme a Roberto Criscuolo come suo manager.
«Sì,Roberto mi disse che se avessi voluto era disposto a lasciare la sua carriera per diventare il mio agente e manager. Io mi commossi perché significava che aveva molta fiducia in me per essere disposto a fare questo grande sacrificio, e accettai con entusiasmo .Di questa sua scelta gli sarò per sempre grata».
Ha partecipato a Sanremo Giovani.
«Sono stata finalista al Teatro Ariston con il brano “Come ti ricordo io”. Quando mi ascoltò Teddy Reno mi chiese a quale scuola di canto ero iscritta. Gli risposi nessuna, perché ero e sono autodidatta. Rimase sbalordito».
Per cinque anni si è esibita allo Chalet Centrale della villa Comunale.
«Ogni domenica si tenevano concerti. Al mio c’era sempre il sold out. Avevo circa 23 anni e Roberto era convinto che la mia particolare voce era degna di ben altri palcoscenici e parlò con Nino D’Angelo».
Con quale risultato?
«Nino mi fece incontrare a casa sua Renzo Arbore che cercava una cantante per la sua Orchestra Italiana perché la vocalist che aveva doveva andare via. Ero emozionatissima ma lui è un grande professionista e mi mise immediatamente a mio agio. Gli cantai a cappella “Tu ca nun chiage” e “’O sole mio”. Rimase entusiasta ma mi fece presente che per la sua orchestra aveva bisogno di una donna più matura e con un fisico meno minuto. Poi aggiunse: “ non arrenderti perché hai una voce particolare molto adatta al repertorio classico napoletano. Però, se vuoi cantare la canzone classica napoletana, devi ascoltare una delle sue più grandi interpreti, Giulietta Sacco. Ascoltammo il suo consiglio e Roberto mi fece ascoltare tutta la sua discografia. Io mi innamorai totalmente della splendida voce di questa artista meravigliosa. Da quel momento la Sacco è diventata per me, insieme alla Piaf e alla Rodriguez, una musa che ha ispirato il mio percorso artistico. In quel periodo cominciò anche la mia avventura in un’emittente locale che ho amato moltissimo, Tele Akery di Tonino Tagliamonte. E fu così che la “piccerella con la bella voce” entrò nelle case dei telespettatori dando vita a Francesca Marini».
Poi ci fu l’incontro con Leonardo Ippolito, impresario e regista napoletano che a gennaio scorso ha ricevuto una lettera di encomio per la sua cinquantennale attività dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
«Devo molto a Leonardo, con lui c’è stata una svolta importante sia artisticamente, ho imparato tanto da lui, che a livello di immagine. Ippolito volle dare al mio personaggio un tocco di freschezza e di originalità. Mi mandò da Sasà Giacchetta, un bravissimo parrucchiere del Vomero che mi propose un taglio alla Liza Minnelli. Ero molto titubante ma accettai la sfida e tagliai i capelli. Da quel momento attirai l’attenzione della stampa e alcuni giornalisti cominciarono a chiamarmi la Liza Minnelli napoletana».
Un altro passaggio molto importante fu quando andò a Napoli International.
«Sì, Napoli International è stata la prima emittente napoletana nel mondo e grazie a Franco Elia ,direttore artistico e proprietario dell’emittente che mi chiamò per una collaborazione artistica, sono arrivata nelle case degli italiani all’estero».
Quando è entrata nel pianeta teatro?
«Per me Claudio Mattone ha rappresntato sempre un mito e un punto d’arrivo. Quando seppi che faceva i provini per il suo musical teatrale “C’era una volta… Scugnizzi”, mi presentai. Ero emozionatissima e la mia voce vacillò, ma Claudio fu tanto comprensivo e nonostante tutto passai quella prima selezione .Purtroppo però non fui scelta perché la mia fisicità era troppo minuta per potere interpretare la protagonista. Mattone però mi promise che se ci fosse stata un’occasione adatta a me mi avrebbe richiamata e mantenne la promessa».
Le andò bene invece il provino per “Cantata d’ammore - 900 napoletano”.
«Me lo propose Bruno Garofalo che curava la regia. Mi esibii all’Augusteo in un cast stellare tra cui c’era Marisa Laurito e Valentina Stella. Adoravo quello spettacolo e fui felice e onorata di prenderne parte».
Il suo percorso teatrale continuò con Peppe Barra.
«Il direttore artistico del teatro Trianon, Peppe Vessicchio, mi fece sapere che Barra cercava una persona per il personaggio della “Madonnina” della sua “Cantata dei Pastori”. Peppe Barra mi prese e sono stata con lui per dodici anni nel corso dei quali ho partecipato a “La favola di Amore e Psiche” con Andrè De La Roche e “Incanti di Natale” (spettacolo basato su canti e racconti della tradizione natalizia partenopea), e soprattutto con un duetto musicale in due brani di “N’ attimo”, uno dei più recenti lavori discografici del maestro Barra».
Nasce con la televisione. Il teatro che cosa le ha dato di più e di diverso? 
«Dico sempre che sono “figlia della televisione”, ma il mio habitat naturale è proprio il palcoscenico teatrale. Per me il teatro è un luogo sacro, un luogo dove spero di far arrivare alle persone ciò che sento nel profondo. Vorrei tanto che il mio canto potesse essere una carezza capace di arrivare al cuore della gente».
Dopo Barra altri artisti. Ce ne cita qualcuno?
«Gigi Savoia, Antonello Rondi, Nino D’Angelo, Michele Zarrillo, Panariello, Giancarlo Giannini. Poi c’è stata l’esperienza allo stadio San Paolo, oggi Maradona, e quella del grande schermo».
Ci dica.
«La Società Sportiva Calcio Napoli, per il ritorno degli azzurri in serie A, mi invitò insieme ad Alessandro Siani, Gigi D’Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci, ad esibirmi allo stadio in occasione dei festeggiamenti. Emozione incredibile come artista e come tifosa».
Per quanto riguarda il cinema?
«Fui contattata dalla casa cinematografica Mikado Film che aveva in preparazione un docufilm sulla canzone classica napoletana. Ero in concerto a Villa Campolieto ad Ercolano e vennero a intervistarmi. Faccio parte del lungometraggio che si chiama “Cuore Napoletano” insieme, tra gli altri, a Maria Nazionale ed Enzo Gragnaniello».
Un giorno la chiamò Federico Vacalebre e le disse che Claudio Mattone la voleva vedere all’Augusteo. Perché?
«Come ho detto prima, mantenne la sua promessa e nell’occasione giusta. Si ricordò di me e della mia voce. Mi volle come guest star insieme ai Neri per Caso nello spettacolo “Anime napoletane” che stava preparando per Sal Da Vinci al teatro Augusteo del compianto Francesco Caccavale. Poi divenni una sua produzione discografica e da quella collaborazione nacque il mio cd “Anime Napoletane - vol. 2».
A completare la sua consacrazione anche come artista teatrale c’è stato l’incontro con Gaetano Liguori e il suo teatro Totò.
«Devo molto a Gaetano Liguori perché mi ha dato fiducia regalandomi così tante belle soddisfazioni. Con le sue produzioni mi si sono aperte le porte del Teatro Pubblico Campano con il suo ampio e importante circuito, diretto da Alfredo Balsamo, uomo di teatro di alto profilo».
Quali sono i principali spettacoli che attualmente porta in giro?
«“La mente torna - Mina tribute” (di Antonio Mocciola e Gaetano Liguori), “Verso il mito Edith Piaf” (di Antonio Mocciola/Gianmarco Cesario/Gaetano Liguori), “Si turnasse a nascere - Nino D’Angelo Tribute” (di Roberto Criscuolo/Gaetano Liguori) e “Mia cara città”, un recital di canzoni classiche napoletane».
Il progetto futuro qual è?
«Il primo settembre sarò in scena al museo ferroviario di Pietrarsa con un mio recital, e poi work in progress per la prossima stagione teatrale con le produzioni del Teatro Totò».
Ha un sogno nel cassetto?
«Cantare al San Carlo accompagnata da un quartetto d’archi».

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