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Il Fattariello

La ricerca della... felicità

La ricerca della... felicità

E venne il giorno in cui l’uomo discese dal monte. Su quel cocuzzolo, situato tra le Alpi e gli Appennini, vi aveva vissuto fin dalla nascita. Il suo universo era tutto lì: un capanno, due caprette (Barbina e Musona), alcune galline, vari recipienti in terra cotta e nient’altro. Non era un eremita od asceta, che dir si voglia. Per sua scelta. Semplicemente lì era nato e lì voleva vivere. Cinquecento metri al di sotto, scorreva la vita, con le sue autostrade, le sue ricchezze e le sue miserie, ma questo l’uomo del monte non lo sapeva… si spaventava solo al passaggio di qualche aereo. Ma il destino era in agguato. L’uomo, quello situato cinquecento metri sotto di lui, si portò man mano, a soli cento metri dal suo capanno. L’uomo del monte questo non lo sapeva; continuava a mungere le capre onde ricavarne formaggio, come gli aveva insegnato sua madre prima di morire.

Fu durante un week end che accadde l’imprevisto. L’uomo civile scelse quella zona per un picnic, portando tutto con sé: uova sode, salame, abbacchio e…. ovviamente un computer. Un improvviso acquazzone lo costrinse a levar le tende, dimenticando sul posto il computer. Barbina, la capretta più giovane, si allontanò dal capanno; l’uomo del monte la rincorse e trovò il computer. Prima lo guardò con diffidenza, poi con curiosità, infine con interesse. Tocca, gira, muovi e clicca, ed eccoti apparire delle figure. A quella vista, l’uomo balzò via dalla paura, trascinando seco Barbina. Poi pensò: ma quelle figure che si muovono sono come me, allora non sono solo?! La voce dal computer disse “ed ecco al 40° calcio di rigore a favore di….” Ed ecco levarsi una marea di persone urlanti che sia abbracciavano e ridevano. “Come sono felici!” pensò l’uomo del monte, ed io che ho vissuto sempre da solo, senza mai conoscere la vera felicità”.

Detto fatto, legò Barbina e Musona, chiuse le galline in un recinto, prese un pezzo di pane e del formaggio, e prese a scendere dal monte, reggendo tra le mani il computer. Dopo molte peripezie, raggiunse l’esterno di un o stadio, ove si sentì dire che occorreva che fosse domenica. Non si scoraggiò; attese che passassero, giovedì, venerdì e sabato. La domenica mattina, si sentì sollevato di peso, da strani individui con bastoni e cappelli di ferro; erano poliziotti, ma questo l’uomo non lo sapeva; d’improvviso il piazzale si riempì di gente che urlava, si dimenava e si picchiava. Le persone cadevano a terra insanguinate ma, nessuno se ne curava più di tanto; l’uomo continuava a chiedere dove erano le persone che aveva visto sul computer; allora preso da incontrollabile frenesia, prese a smontare il computer alla ricerca delle persone felici. Di loro nessuna traccia!

Mesto, tornò sui propri passi, raggiunse a fatica il capanno, Barbina e Musona belavano disperatamente. L’uomo del monte raccolse alcuni pezzi di legno e costruì un largo recinto tutt’intorno al capanno; su ogni palatto vi fissò un pezzo del computer: un tasto, lo schermo, una chiavetta usb ed altro, poi sedette sulla soglia del capanno e restò in attesa… in attesa di persone felici, mentre giù a valle, esse correvano verso lo stadio, armate di bastoni e coltelli…. alla ricerca della Felicità.

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