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IL FATTARIELLO

Cardinali e vescovi: hight fashion

Oltre le tante porte sante aperte, quando se ne aprirà una dedicata alla carità e all’accoglienza

Cardinali e vescovi: hight fashion

Osservando l’allegata immagine, ho provato un moto di disappunto e mi son chiesto “Perché? Perché tutto questo?” Perché dopo le passate festività, chissà quanto cibo superfluo è finito nella spazzatura, mentre c’era chi porgeva una ciotola chiedendo un boccone di minestra? Premetto che sono un cattolico, anche se non molto praticante; credo in Dio ed in suo Figlio Cristo nato dove oggi si combatte e ci si uccide tra fratelli. A Natale, come tanti napoletani, ho fatto i presepe, collocando il Bambinello nella grotta fredda e gelata. La fame, questa terribile parola, mi ha accompagnato, mentre il Papa, continuava ad aprire porte sante, e cardinali e vescovi, ostentavano nuove vesti, legate all’evento, alla stregua della Ferragni; vesti, il cui costo si aggira sui mille euro, mentre la sola fascia, di euro ne costa centodieci. E allora facciamoli un po’ di conticini: i cardinali ne sono 211 mentre i vescovi ne sono 5340; se ognuno di costoro dispone di un guardaroba di almeno trenta vesti, per le varie funzioni cui partecipa, il costo totale si aggira intorno agli ottomilioni di euro; secondo voi, con questa cifra, quante ciotole si potrebbero riempire di minestra? Ed allora mi chiedo e vi chiedo: oltre le tante porte sante aperte, quando se ne aprirà una dedicata alla carità e all’accoglienza, di quegli emarginati che altro non chiedono che… placare la propria fame?

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