San Valentino, Sanremo e San... guinaccio

Che settimana intensa di eventi è questa; eventi gradevoli ed un po’ meno. Indubbiamente il San Valentino è quello più bello; si festeggia l’Amore, quello con la “A” maiuscola, anche se, sovente, lo si festeggia, tanto per cambiare, con un “bel” femminicidio e, al riguardo, mi sovviene il libro ad esso dedicato, che demmo alle stampe nel 2016, con la prefazione di Pippo Baudo, e con l’incipit shakesperiano che così recitava “La Donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma, dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere Amata”.

Ed ora, se me lo consentire, un pensierino al Sanremo in corso di svolgimento: ovviamente, considerata la mia veneranda età, la mente mi porta ai Sanremo degli anni ’60, ’70 e via di seguito, a canzoni quali: Dio come ti amo – Non ho l’età – Come sinfonia – quando quando ecc; ad interpreti, con nomi da cristiani quali Modugno, Cinquetti, Renis ecc. e difficilmente riesce a “digerire” i vari Bresh, Coma Cose, Rhomi. Toni Effe e…mi fermo qui.

E veniamo a sua maestà Il Sanguinaccio. Ed ancora una volta mi si apre un cassetto della memoria (tengo ‘na capa piena di cassetti; anzi è un armadio a quattro stagioni), un cassetto che mi riporta a mia madre che il sanguinaccio lo faceva in casa con il sangue di maiale, la cui vendita è stata poi vietata dal 1992; ma io, e quelli della mia generazione,  siamo comunque sopravvissuti, chissà, forse grazie a questa delizia.

E termino questo mio “fattariello”, con un pensiero dedicato al prossimo Carnevale, quando ci si copre il volto con originali maschere ed, al riguardo, il mio pensiero va ad alcuni politici, protagonisti di pessime figure di me… ai quali do un consiglio “accummigliateve ‘a faccia” Alla prossima