Quando uno è persona perbene

La giornata era iniziata come meglio non poteva, una “lenzetella” di sole, penetrando da un interstizio della persiana si era poggiata sul cuscino proprio nel punto dove poggiava la mia dormiente testa; leggermente infastidito, mi ero girato dall’altra parte al fine di assaporare quel magico momento chiamato dormiveglia; da lì a poco, mia moglie si chinò verso di me, porgendomi ‘a tazzulella ‘e cafè; nel farlo, la vestaglia si aprì leggermente sul davanti, regalandomi la visione di parte del suo, tutto sommato, ancor gradevole seno; allora deposi il caffè sul comodino e feci per attrarla verso di me; proprio in quel momento, erano le otto e venti del mattino, squillò il telefono; “ma chi se ne fotte” dissi tra me e me, tenendo sempre mia moglie più stretta a me; “rispondi” disse lei “potrebbe essere una cosa importante”; seh seh…importante!

Dall’altra parte del telefono, la voce ben nota del direttore della mia banca, mi comunicò “dovete fare immediatamente un versamento; venite in banca che vi spiego il tutto”. E il tutto me lo spiegò da vicino; dovevo rientrare immediatamente dello scoperto che mi era stato concesso tempo addietro.

“E’ ‘na parola!” dissi al direttore “e come rientro? Ccà nun ce sta nu sordo!” Ma a chi parlavo, al muro? La direzione centrale non ne voleva sapere, dovevo rientrare dei settemila euro di scoperto. Ed ecco che, novello Archimede, esclamai “Eureka… ho trovato”; “Avete trovato i settemila euro?” chiese il direttore; “ma quando mai, direttò, c’avite capito? Ho detto eureka, perché ho trovato la soluzione: Meloni! Scusate, se la presidente, per attenersi al disposto della commissione europea, è andata a Bruxelles ed ha consegnato una lettera di intenti, riportante tutte le manovre e gli aggiustamenti per sanare la nostra economia, la stessa cosa posso farla anch’io; sapete che faccio? Porto alla direzione centrale della banca una mia lettera di intenti, segnalando tutti i sacrifici che farò io e la mia famiglia, per rientrare di questi stramaledetti settemila euro che devo alla banca…voglio vedè che dicene”. 

Rientrato a casa, tutta la famiglia presente: io, mia moglie, mio nipote, studente liceale, e mia nipote al primo anno di economia e commercio, mettiamo giù la lettera di intenti. Per prima cosa, eliminiamo l’acqua minerale, a favore di quella della fontana; poi via l’abbonamentoper le partite del Napoli; niente tessera premium per il Grande Fratello (con versamento di lacrime di mia moglie); niente merendine, cornetti e cappuccini, basta ‘na bella fella ‘e pane cu ‘a pummarola; poi mi son fermato sapendo che con queste piccole rinunce, non avrei risolto il problema e, con la mente sono andato alle rinunce dei nostri politici;  “se un onorevole risulta assente alla metà delle sedute di commissione parlamentare, invece dei 4.000 euro che gli spetterebbero, ne prende solo 3.700; avite capito? 4000 diviso 2 fa 3.700; praticamente al parlamento, la matematica è un’opinione; le auto blu da 72.000 sono state portate a….72.000; nun ne hanno levata nemmeno una…queste sono alcune loro rinunce. 

Allora, per concludere, sapete cosa ho fatto? Avevo da parte 1.000 euro, volevo portare mia moglie a Lourdes perché me lo chiede da tempo; invece li ho versati in banca quale acconto; il direttore mi ha chiesto “e la lettera di intenti?”; gli ho risposto “direttò, io le rinunce le faccio davvero… nun so' come alcuni politici, direttò…io nun so’ un deputato….io so ‘na persona perbene”. Alla prossima.