Tutte le novità
La giornata
28 Aprile 2025 - 13:11
Claudio Ranieri
L’Inter dominatrice della stagione sta pagando secondo tradizione l’Effetto Bologna e realizza in un botto la crisi gufata dai media e dai guru: ricade davanti alla Roma, il Napoli liquida il Toro e conquista il primato di classifica con quei tre punti che ballano avanti e indietro ormai da tempo. Ma non è finita.
La Beneamata vuole andare avanti in Europa, fra poco ripenserà allo scudetto. È un felice ritratto del coraggio. Anche se ho pensato - mi perdoni Marotta - che la crisi sia scoppiata buttando via la Coppa Italia con il quarto derby perduto. Li ho visti in campo, i nerazzurri, mi son parsi teleguidati da una consegna: non pensate al triplete, è pericoloso. Così si comincia a perdere tutto. Il Napoli del coraggio resiste alle pericolose riflessioni intime di Conte e vince. Lui vi dirà il contrario, che tiene tutti sulla corda pronti a scattare con inesauribile energia. Può essere.
Ma non bastano i gol dell’Highlander McTominay per portare a casa quei tre punti in più, l’Antonio Furioso li deve alla Roma. E allora Ranieri sia Santo subito. L’atmosfera mistica che si è creata per più di un regolamentare minuto anche negli stadi - nel sincero e affettuoso ricordo di Franciscus - si è allegramente prestata ai giochi del web, ai meme irriverenti. Un trionfo per il Sor Claudio che dopo diciotto partite senza sconfitte ha inquadrato tecnicamente e tatticamente la sua Roma: “siamo venuti a Milano per vincere”.
Niente lavagna, niente elaborati piani di battaglia, Ranieri è questo, un ultrasettantenne che se lo cogli nella passeggiata a fine partita - mentre bacia i suoi e saluta sorridendo gli avversari sconfitti, dritto, passo dinamico, con quel capello bianco alla Giuliocesare - di anni gliene dai cinquanta; e se lo ascolti nella chiacchierata finale gliene aggiungi un pugno solo perché la saggezza pretende età. Almeno per chi non la conosciuto giovane, calciatore poco più che ventenne nella sua prima vita, a Catanzaro.
Era già leader sul campo - 225 partite - da allenatore ha sbalordito l’Europa, diventando memorabile condottiero vittorioso anche nella più modesta versione del salvatore. È malizioso, non cattivo. Gli concedo di aver pensato a Mou, dopo la vittoria di San Siro, mescolando l’affronto di averlo chiamato vecchio ai tempi del Triplete, all’omaggio di sciogliere un interrogativo storico - meglio Ferguson o Guardiola? - con una risposta tranchant: “Ranieri”.
Se questo campionato un po’ sfigato si sta concludendo con emozioni antiche lo dobbiamo anche a lui, leader di un gruppetto di tecnici/maestri che lavorano e insegnano. Un dettaglio curioso: questo Napoli non sta facendo ricorso alle tradizionali giaculatorie. Nel rush finale le imprese del gagliardo Scott di Lancaster lo fanno un Napoli scozzese. È davvero la squadra di Aurelius Mc Laurentiis.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo