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Il fattariello

I social anni '40

Poi il tempo passò, arrivarono i blue jeans, i 33 giri, la cucina a gas…

I social anni '40

I palazzi di San Giorgio, antichi o moderni che fossero, signorili o semplici, avevano tutti un qualcosa in comune: al loro interno vi era sempre un  piccolo giardino, ricco di alberi di arance, limoni e mandarini: ed qui, nelle sere d’estate molte famiglie si riunivano.

Anche noi lo facevamo, specie nelle serate afose; e ce ne andavamo in fondo al bel giardino della villa Zinno in via Lanzara; dove gli adulti, raccontandosi storie già raccontate: aneddoti di guerra, ancora di fresca memoria, oppure qualche chiacchiera di paese, trascorrevano le serate.

Come da tacita intesa, ciascuna delle signore, a turno, provvedeva al caffè; infatti ad una certa ora, si sentiva una voce proveniente dall’alto e, da un balcone, calare lentamente il paniere con all’interno, la cuccuma con caffè; gli uomini, quasi sempre seduti in disparte, attorno ad un tavolino, interrompevano il tressette per una tazzulella di caffè.

Da una finestra aperta, giungevano le note di Luna rossa, cantata da Claudio Villa, e ciò dava la stura ad altri argomenti: chi era più bravo Claudio Villa o Sergio Bruni? Ed ognuna delle signore, esponeva le proprie argomentazioni a difesa del cantante preferito.

Allora, la signora che abitava proprio in fondo al giardino, mi pare si chiamasse Margherita e, beata lei, disponeva già di una radio con giradischi, per porre fine alla discussione, rientrava in casa, spostava la radio quanto più poteva, accostandola alla finestra, e metteva sul piatto, uno dopo l’altro, due 78 giri incisi dai due beniamini ma, la dimostrazione serviva solo a meglio avvalorare, quanto ognuna aveva asserito a sostegno del proprio beniamino.

Noi ragazzi, un  po’ in disparte, giocavamo con i tappi delle bibite; si tracciava un percorso nel terreno, creando curve ed asperità varie, poi si posizionavano in  partenza i rispettivi tappi :’e stagnarielle”, si tirava il tocco e, con le dita si lanciava il tappo in avanti; chi lo faceva saltare oltre il bordo della pista, ripartiva daccapo….

Poi… poi il tempo passò, arrivarono i blue jeans, i 33 giri, la cucina a gas… il monopattino anziché il carruocciolo, la prima bici, la prima ragazzina e… ed eccomi qua a vivere ancora di questi meravigliosi ricordi. Stateve bbuone. Al prossimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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