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Il fattariello
04 Luglio 2025 - 15:41
Profondamente colpito da improvvisa forma di narcisismo di primo livello, ho deciso di dedicare l’odierno “Fattariello” a me medesimo di persona. Molti, o forse alcuni, o meglio: “qualcuno” si sarà chiesto: «Edo, ma come ti è passato per la mente dedicare un libro alla tua adolescenza?».
Ed io, in veste di autore, ve lo spiego chianu chianu, sempre se avrete la bontà di continuare a leggere. Come ben sapete, io abito S. Giorgio a Cremano e, quando mia moglie mi manda a fare la spesa, attraverso la piazza Troisi, dagli anziani detta “‘A piazza ‘e coppa”, e qui ho notato una cosa che mi ha colpito: due realtà, l’una diversa dall’altra.
Davanti l’ex palazzo Bruno, dove insiste una bella scultura dedicata a Troisi, seduti sulle panchine, siedono gli anziani, discutendo del tempo che fu ed in attesa che arrivi l’ora del pranzo; dall’altra parte della piazza invece, ragazzi sui 12/13 anni, smanettano come forsennati con i loro telefonini, scambiandosi divertenti immagini fresche di tiktok.
E ciò, inevitabilmente mi ha aperto i cassetti della memoria, ormai colmi e stracolmi di ricordi, al punto tale, che ho dovuto ricorrere ad un settimino dei ricordi. Mi son rivisto ragazzo, lasciarmi andare su di un rabberciatissimo carruocciolo, rientrare a casa con le ginocchia sbucciate e sentire da mia madre la solita frase “E stasera, quanno vene pateto, haje ‘o riesto”.
Mi son ricordato, avevo tredici anni, di una dichiarazione d’amore che feci ad una ragazze, e costei il giorno dopo, passandomi accanto, lasciò cadere a terra un bigliettino; lo raccolsi e lessi queste parole “Ti dico di sì”; e mai potrei dimenticare, le famose coperte americane, che mamma, immergendole in un bidoncino, posto sulla fornacella a carbone, le tingeva, le tagliava, ne ricavava un cappotto e… ci sfamava.
Questi sono solo parte dei miei ricordi di “Quann’ero guaglione” e, ringrazio l’amico Gino Rivieccio, per la sua bella prefazione che così termina «….L’imperfetto di “Quann’ero” potrebbe diventare futuro “Quanno sarò”, perché con il suo carattere, il suo temperamento e la sua eterna fanciullezza, Edo è e resterà sempre… ’Nu Guaglione». Al prossimo.
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