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IL FATTARIELLO

Lacreme napulitane e… lacreme africane

Avuote e gire ‘a storia nun cagne… forse simme nuje c’avimma cagnà e ce avimma fa sentere

Lacreme napulitane e… lacreme africane

“Speculatori e delinquenti organizzano viaggi clandestini; e quando vengono scoperti, senza alcuna pietà, si sbarazzano subito degli esseri umani che hanno a bordo, buttandoli nelle acque dell’oceano. Le chiamano navi di Lazzaro le vecchie carcasse spacciate per grandi piroscafi dalle pubblicità. Lazzaroni sono gli armatori ed i trafficanti senza scrupoli, che succhiano tutti i risparmi della gente che viaggia verso l’ignoto. Una volta a bordo, i passeggeri non hanno più alcuna difesa; si fa in tempo a vivere o a morire o di epidemia di morbillo o di febbre virale; nella stiva non ci sono cabine e neppure servizi igienici; viaggiano stipati come bestie; la puzza sottocoperta è insopportabile; sul ponte si assiste in silenzio ai funerali in mare, quando bisogna far scivolare tra le onde, i corpi dei più sfortunati”.

Ad una prima lettura si potrebbe pensare ad uno dei tanti viaggi delle cosiddette carrette del mare; invece trattasi di uno stralcio tratto dal film documentario “Emigranti” di Roberto Olla, andato in onda sui rai3 alcuni anni fa, che narrava della odissea del popolo meridionale che emigrava per l’America od il Brasile, alla ricerca di una “fatica” che gli garantisse il pane quotidiano che gli era stato brutalmente tolto dalla cosiddetta unità d’italia.

Ed io, assistendo alle tragedie con gli sbarchi a Lampedusa, inevitabilmente sono andato con la mente al film cui ho accennato. Mo’ ditemi voi addò sta la differenza tra le carrette del mare di oggi e le navi di Lazzaro dei primi ‘900? Addò sta ‘a differenza tra sti fetiente ‘e scafisti di oggi e quei fetenti armatori e trafficanti dei primi ‘900? Addò sta ‘a differenza tra gli africani che lasciano le loro terre, per fame, guerra e disperazione, ed i nostri emigranti che lasciarono le loro terre per colpa di una guerra non dichiarata, la cui conseguenza fu fame e disperazione? NESSUNA DIFFERENZA.

I corpi galleggianti di quegli sventurati, sulle meravigliose acque di Lampedusa, non sono forse anche i corpi dei nostri antenati galleggiare sulle acque dell’oceano? Non sono forse come i morti nella “Terra dei fuochi"? La fame, la paura e la disperazione, non hanno frontiere.

I somali, gli eritrei, gli iraniani, fatta eccezione per uno sparuto gruppo di delinquenti, fuggono alla ricerca di un mondo migliore; ma noi il mondo migliore già ce l’avevamo e ci fu tolto; fummo depredati di tutto il depredabile; i nostri macchinari presero la via del nord, e proprio quei macchinari, poi modificati, hanno lavorato e prodotto benessere nordico nonché migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, che gli industriali del triangolo del benessere, con la complicità della maledetta camorra, interrarono nelle terre della Campania Felix (sic), così come 164 anni fa, sempre con la complicità della camorra, cancellarono la Nostra Identità.

Avuote e gire ‘a storia nun cagne… forse simme nuje c’avimma cagnà e ce avimma fa sentere. Scusatemi, ma proprio non me la sentivo di scrivere un “fattariello” divertente! Ci penserò la prossima settimana!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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