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Il fattariello

Maria 'a rossa

In origine vi era una cinta muraria che divideva la parte alta della città da quella bassa: il largo del Mercatello

Maria ‘a rossa

In origine vi era una cinta muraria che divideva la parte alta della città, dove ha sede il conservatorio di S. Pietro a Majella, da quella bassa: il largo del Mercatello.

Ma i napoletani, popolo ingegnoso checché ne dicano i detrattori, non ci stavano proprio, e così, rompi un po' oggi e rompi un po' domani, ricavarono un bel foro nella cinta, attraverso il quale, attraversarla. Superfluo dirvi che tante volte questo foro fu fatto riempire dalle autorità e tante volte venne svuotato dal popolo.

E proprio a questo foro, o meglio “pertuso”, è legata la leggenda di Maria ‘a rossa, una bellissima ragazza dai capelli fiammeggianti e riccioluti; a venti anni andò in sposa ad un conciatore di pelli che abitava su all’infrascata. Capitò che una sera, mentre Maria attraversò il pertuso come sempre, il marito restò come inchiodato al suolo senza poter muovere un passo ed attraversare; così il poverino rassegnato, girò i tacchi e se ne tornò a casa.

Maria ritenne che l’accaduto fosse stato un avvertimento divino che le ordinasse di vivere da sola, e quindi se ne tornò alla sua casa di ragazza. Col passare del tempo, Maria si imbruttì molto, i capelli le si arruffarono e perse quasi tutti i denti; allora capì che il fato la voleva strega e strega divenne; si turò le orecchie con degli stracci per non sentire il suono delle campane; prese a preparare strani miscugli da far bere contro i mali d’amore e pare avesse anche incontri con i diavoli; a farla breve, il popolo la rinchiuse in una gabbia di ferro e la appesero al muro di cinta, e lì rimase fin quando si mummificò.

Ma veniamo alla realtà; nel 1624 finalmente, il vicerè spagnolo don Antonio Alvarez de Toledo duca d’Alba fece abbattere la cinta muraria, facendo costruire al suo posto una porta, che da lui prese il nome. Porta d’Alba, o meglio Port’Alba, anche se i napoletani la chiamavano Porta Sciuscella, per i numerosi alberi di carrubo insistenti nella zona; e così fu facilitato il passaggio per largo Mercatello, poi Piazza Dante.

Col tempo la via si arricchì di storiche pizzerie, case editrici e librerie; Ed ora, sulla scia del de profundis che sta colpendo la nostra città, quanto prima, chissà quante di esse, saranno costrette a chiudere i battenti. E secondo me, avimmo voglia ‘e fa i flash mob innanzi questi centri culturali….nisciuno se ne fotte ‘e niente. Il comune e la regione si palleggiano le eventuali responsabilità e così, comme se dice a Napule “mentre ‘e ciucce s’appiccecano ‘e varrile se scassano!”.

Secondo me la cultura a Napoli, sta facenne ‘a stessa fine ‘e Maria ‘a Rossa e, di questo passo, finirà anch’essa ingabbiata e fatta mummificare.   E ringraziando Iddio, una volta tanto chiudo con una bella notizia di alcuni anni fa: l’INPS riuscì ad evitare il default! Infatti riuscì a recuperare 60 rate da 1 centesimo l’una che, erroneamente, aveva  versato ad un pensionato di Riccione per ben 5 anni e, se permettete, voglio svelarvi il mio sogno nel cassetto: candidami alle prossime politiche, essere eletto, incassare 15mila euro al mese ed…. andare a caccia di parcheggiatori abusivi…anzi; ABBUSIVI, con 2 “B” perché sono solo dei cialtroni. Al prossimo!

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