
“Sicut Sagittae”, grande successo per la settima edizione
di Massimo Lo Iacono
Gio 20 Ottobre 2022 18:35
NAPOLI. Nella “Domus Ars” è stata inaugurata con grandissimo e meritato successo la rassegna “Sicut Sagittae” (VII edizione) curata da Antonio Florio (nella foto). È dedicata alla musica barocca, ma lo splendido concerto di apertura è stato di ben altra collocazione storico-culturale. Un recital grandioso, interamente dedicato a Mozart con due artisti, autentiche eccellenze cittadine, il soprano Marai Grazia Schiavo (citata recentemente su queste colonne nella cronaca dal festiva di Pesaro dove ha cantato nella “Gazzetta”) che è ormai una ben consolidata star della lirica internazionale, e l’ottimo pianista Maurizio Iaccarino, vero “poeta del pianoforte” (ben altro che il Boleslao cantato in “Fedora” di Giordano)e che vorremmo godesse di ben altra notorietà perché la merita. In locandine arie da “Don Giovanni” (di donna Anna e donna Elvira, Zerlina nel bis), “Nozze di Figaro” (della Contessa e Susanna), “Idomeneo” ( Ilia), dal “Flauto Magico”(Pamina) e dal “Ratto dal Serraglio” (Costanza). In ogni aria il virtuosismo del bel canto e l’espressività drammatica, o tragica o elegiaca, sono state rese con pathos e convincente incisività, magari con un sovrappiù di foga, quando la scrittura di Mozart andava in tal senso. Felice ovviamente la cura della realizzazione delle parole, come indispensabile, perché tutt’uno con la musica in maniera decisiva. Questi magnifici esiti canori hanno ricevuto l’assoluta realizzazione musicale per l’eccezionale fusione con il pianoforte (Iaccarino) che evocava obbligatoriamente un lp leggendario-e ricordato per fortuna in fb, nei gruppi assai qualificati che discutono di voci ed altro- quello in cui Elisabeth Schwarzkopf canta con Walter Gieseking: il più bello mai realizzato, proprio per la presenza del pianista sommo. Iaccarino è andato vicino a quegli esiti, anche se Gieseking ha nel suono uno humour che Maurizio riserva piuttosto ai post in fb. Schiavo e Iaccarino, oltre al suono bellissimo, hanno fatto gioire il pubblico per l’avere amalgamato voce e pianoforte, ovvero la parte strumentale, come si fa nei Lieder o nelle Romances, dimostrando come Gieseking e qualche altro, che Mozart già era arrivato a questa intuizione tecnica e strumentale superando proprio tutti i suoi coevi, perfino il più grande, Gluck. Iaccarino ha cantato dal pianoforte con la Schiavo, e lei è diventata puro strumento, suono puro, “musica assoluta” avrebbe detto Wagner, e sempre nel pianoforte era possibile individuare le voci degli strumenti e nel canto immaginare la scena del teatro. Un trionfo meritato, e da replicare.
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