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Rocco Hunt, ecco “Libertà": «critica d'amore» al Sud

Rocco Hunt, ecco “Libertà": «critica d'amore» al Sud

NAPOLI. La vittoria a Sanremo, il successo e la visibilità, eppure sono passati quasi quattro anni da quando Rocco Hunt (nella foto di Riccardo Ambrosio) è uscito col suo ultimo album e appena un mese da quando aveva annunciato il suo ritiro dalle scene. Poi tutto è rientrato e venerdì prossimo viene pubblicato “Libertà”, il suo nuovo progetto discografico, un lavoro che a giudicare dalla freschezza “estiva” di alcune tracce avrebbe dovuto vedere la luce qualche mese prima. Per presentare il suono nuovo album incontrerà i suoi fan in un lungo “instore tour” che partirà venerdì da Napoli e che per due settimane lo porterà in giro per tutta la Penisola (venerdì 30 Napoli, ore 18, La Feltrinelli Stazione Centrale; sabato 31 Benevento, ore 15, Mondadori Bookstore; 1 settembre Pontecagnano Faiano, ore 18, centro commerciale Maximall; 6 settembre Marcianise, ore 18, centro commerciale Campania).

Cosa è successo, o cosa stava succedendo per spingerti ad annunciare il ritiro dalle scene?

«Non ho mai pensato realmente a ritirarmi dalle scene. Il mio è stato uno sfogo estremo ad un ennesimo tentativo di ritardare l’uscita di questo disco. Su Instagram è stato preso molto sul serio e di questo mi rammarico e mi scuso perché ho creato allarmismo, ho reagito con impulsività però c’era un problema di fondo legato a questo disco a cui stavo lavorando da tre anni. Doveva uscire già un anno e mezzo fa, poi è stato rimandato e di nuovo rimandato per svariati motivi. Finalmente tutto pronto per il 30 agosto e, invece, si è cercato nuovamente di far slittare l’uscita: da qui quello sfogo che in qualche maniera ha sbloccato la situazione. Ho sbagliato, sono stato immaturo a sfogare tutto sui social, non pensavo che uno sfogo su Instagram potesse diventare tanto pesante. Non riuscirei a immaginare la mia vita senza musica, ora devo voltare pagina e fare in modo che non accada più».

Un album che esce a fine estate ma che ha un taglio estremamente estivo con diverse tracce molto memorizzabili...

«Sicuramente i ritardi ne hanno posticipato l’uscita, ci sono dei brani che erano concepiti per un’altra stagione, ma comunque meglio tardi che mai».

Un album pieno di collaborazioni, old e new school, tra cui Achille Lauro, J-Ax & Boomdabash, Clementino, Geolier, Neffa, Gemitaiz & Speranza, Nicola Siciliano...

«Abbiamo uniti vari mondi diversi, la cosa che mi ha sempre contraddistinto, ci sono due mondi separati che in me camminano di pari passo. Mi piace far conoscere Neffa ad esempio alle nuove generazioni e magari far conoscere le nuove leve partenopee a chi è più adulto; la musica per me è collaborazione e sperimentazione».

“Nun se ne va” testimonia che le radici sono salde anche quando sei lontano...

«Il senso è proprio questo, nonostante giro il mondo mi manca sempre casa mia: certi ricordi quando cresci al sud li porti sulla pelle, non li scordi mai».

“Maledetto sud” con Clementino, un grido di orgogliosa appartenenza ma anche una richiesta di aiuto per una terra “ca nun ce la fa più”...

«È una denuncia forte alle istituzioni e al sud in generale, come fosse una persona. Lo malediciamo con la rabbia e l’amore che può avere un genitore nei confronti del figlio disubbidiente. Questa terra potrebbe dare tantissimo e per colpa di certa gente che la maledice resta al punto di partenza: è una critica d’amore».

In “Street life” tra le altre storie c’è un attacco alla Juve e all’euro...

«Chiariamolo, ho solo usato una delle dicerie usate comunemente nei confronti della Juve, uno sfottò che anche i bambini ripetono, ma è totalmente ironico. La nostalgia per la lira non ha nessuna intenzione politica, è solo un ricordo di un bambino a cui la nonna regalava mille lire e che rivorrebbe quei tempi perduti».

Ti sei definito uno sfigato innamorato: il rap non sempre viene utilizzato per canzoni d’amore. Tu invece lo fai...

«Soprattutto le nuove generazioni che hanno tendenze misogene. Sono onesto con me stesso, se soffro per amore lo scrivo nelle canzoni, non cerco di nasconderlo. Oggi gli uomini vogliono essere forti, le donne vogliono essere forti e nessuno si innamora più. Nelle canzoni tutti vogliono fare i forti, invece il romanticismo per la donna lo vedo la base della canzone italiana e lo porto anche nel rap».

Chi esce ad inizio autunno di solito poi pubblica una special edition quando va a Sanremo...

«Prima o poi ci tornerò, Sanremo mi ha dato tantissimo. Non ho un brano pronto, sono stato troppo impegnato a far uscire il disco: se devo tornarci devo avere qualcosa da dire e per ora sono troppo concentrato sull’album e la sua promozione».

Ora hai un lungo tour promozionale che parte da Napoli e dalla Campania...

«Sarà un lunghissimo tour “firma copie”, voglio incontrare la gente, guardarla negli occhi, abbracciarla, vedere direttamente cosa pensa dei sacrifici fatti per questo disco. Poi dopo le tante date estive voglio lasciare un po’ di pausa per far memorizzare i nuovi brani e poi in primavera ripartirò in tour».

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