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19 Gennaio 2016 - 22:46
Aveva 84 anni, era nato in provincia di Avellino
ROMA. Il cinema mondiale è in lutto. È morto a Roma il regista Ettore Scola, aveva 84 anni. Era nato il 10 maggio 1931 a Trevico, in provincia di Avellino. Era uno dei simboli del cinema italiano nel mondo, divenuto noto per film del calibro di “C’eravamo tanti amati”, “Una giornata particolare” con la celebre coppia formata da Sofia Loren e Marcello Mastroianni, “La famiglia”. Nel 1976 a Cannes aveva vinto il premio per la migliore regia con “Brutti, sporchi e cattivi”. Più volte premiato con il David di Donatello tra il 1978 e il 2011, nel 2003 era stato insignito dal presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito. È stato nominato agli Oscar 4 volte per “Una giornata particolare”, “I nuovi mostri”, “Ballando ballando” e “La famiglia”.
Aveva esordito come regista nel 1964. Quattro anni dopo aveva diretto Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier nel film “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, quello che si sarebbe rivelato il suo primo grande successo. Negli anni successivi e lungo tutti gli anni Settanta, firma quelli che sono i maggiori successi del cinema italiano: il mefistofelico “L’arcidiavolo”, “Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca”, “Il commissario Pepe”. Nella rosa dei suoi interpreti preferiti spiccano senza alcun dubbio dei mostri sacri quali Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini che, sapientemente diretti, danno un contributo speciale a tutte le sue pellicole. Considerato uno dei maestri della cinematografia mondiale, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, sforna due piccole commedie che si avvalgono della recitazione di Marcello Mastroianni e Massimo Troisi: “Splendor” e “Che ora è”. Poi una delle sue perle: “La cena”, con un istrionico Gassman accompagnato da una sfilza di attori straordinari, film bistrattato però dalla critica. Nello stesso anno, si investe perfino produttore del film di Gianfrancesco Lazotti “Saremo felici”. Si dedica anche al documentario e nel 2013 firma “Che strano chiamarsi Federico - Scola racconta Fellini”, film che ricostruisce piccoli ma importanti episodi della vita del regista romagnolo.
Di Scola va ricordata l’anima di più ampio respiro europeo, che passa per titoli come “Il mondo nuovo’”, “Ballando ballando”, “Il viaggio di Capitan Fracassa” nel cast ancora Troisi. La politica è stata sempre una sua passione ed è facile intuirlo vedendo proprio la lista dei documentari che ha firmato: da “Viaggio nel Fiat-Nam” fino a “Un altro mondo è possibile” e “Lettere dalla Palestina”, passando per il toccante “L’addio a Enrico Berlinguer”. Scola non si è mai nascosto dietro scelte di comodo, ma non ha mai sbandierato le sue passioni con un gusto della battuta sdrammatizzante che lo accompagnava in ogni apparizione pubblica.
Unanime il cordoglio di colleghi e attori, oltre che del mondo della politica. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi appresa la notizia della scomparsa di Ettore Scola ha espresso il suo profondo cordoglio per la morte di un «maestro dalla incredibile ed acuta capacità di lettura dell’Italia, della società e dei suoi mutamenti, del sentimento del tempo; coscienza civile che lascia un enorme vuoto nella cultura italiana».
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