“Riapriamo i locali! Via alle cene spettacolo e al mondo della notte. I virologi hanno rubato la scena lucrando sull’emergenza. I politici non ci capiscono niente e sono ignorantissimi. Gli addetti ai lavori dovrebbero occuparsi della crisi”.
È arrabbiato, deluso, ma anche sarcastico, divertente, lo showman Umberto Smaila che, ospite a L’Antivirus, programma Tv/web ideato, diretto e condotto da Claudio Dominech, ha bacchettato tutti tra virologi e politici, a proposito di una Fase 2 ancora lontana da una risoluzione definitiva. Ma è sulla movida, settore di particolare interesse per lui, che l’ideatore dello Smaila’s ha utilizzato i toni più forti, considerando chi di dovere incapace di riuscire a gestire un bacino di occupazione assai significativo per il territorio italiano. La rabbia manifestata da Smaila, è nata però soprattutto dal dissenso nei confronti dei virologi che avrebbero rubato la scena agli addetti ai lavori, lucrando sull’emergenza senza ottenerne soluzioni né rassicurazioni. Le lamentele espresse in corso di puntata, non hanno risparmiato i politici al governo.
Con un sonoro “riapriamo!” ha infatti aperto l’intervista…
Maestro, lei ha lamentato negligenza da parte del Governo centrale a proposito del sostegno agli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo e della movida. Partirei da questa questione che mi pare caldissima.
Assolutamente, dunque, il Governo si è completamente dimenticato non solo dei protagonisti del mondo dello spettacolo ma anche di tutto un indotto che ne fa parte tra tecnici, scenografi, registi, musicisti eccetera eccetera. Sulla movida, in particolare, ci sono camerieri, chef e decine di altri professionisti che sono rimasti al palo. Soprattutto, pare che oggi abbiano allargato le maglie di queste direttive, dichiarando che i locali si possono finalmente aprire ma noi non ci abbiamo capito nulla. Non si conoscono le distanze di sicurezza tra una persona e l’altra, non si sa riguardo alla musica, come e quando attivarla, se dal vivo oppure no. Le cene spettacolo, si fanno? Insomma, non è chiaro nulla.
Lei che cosa proporrebbe al Governo a proposito della movida?
Bé, sicuramente, riapriamo! Bisogna ricominciare con il format più in voga e produttivo in questo momento e cioè le cene spettacolo, d’altronde è quello che farò…
Nonostante le restrizioni?
Guarda, le restrizioni cambiano di giorno in giorno… ma poi, quali restrizioni? Questi parlano di ricadute, quando ci saranno? Quando ci sarà questa diavolo di seconda ondata? Io osserverei piuttosto l’andamento dei paesi occidentali che hanno riscontrato successo in questa crisi e farei come loro. Questi virologi, epidemiologi, medici, assistenti, vice assistenti e chi più ne ha più ne metta, inventano notizie seminando solo paura nelle persone e lo fanno per essere invitati nelle varie trasmissioni, anche pubbliche e far soldi a nostre spese! Lo Stato, anche, li paga.
L’intervista si è conclusa con un commento a proposito della trasformazione subita nel mondo dello spettacolo dagli anni ’70, di cui Smaila e pochi altri sono stati protagonisti, ad oggi, passando per qualche aneddoto relativo all’amicizia con Berlusconi ed altri personaggi illustri che hanno riempito di allegria le notti dello Smaila’s.
Da ieri a oggi, cambia poco, le persone sono sempre le stesse. Una cosa è cambiata, però, il fatto che addetti ai lavori del mondo dello spettacolo come artisti, produttori, attori, siano diventati filogovernativi, tutto cioè dipende dalla politica. Se un produttore o un regista ha bisogno di fondi deve necessariamente affiliarsi a PD o 5 Stelle per ottenerne finanziamenti e vantaggi. Prima tutto questo non c’era, neppure con Berlusconi. C’era una libertà di pensiero rispetto al lavoro che si faceva, non mi hanno mai detto cosa dovessi o non dovessi dire, in alcuna delle trasmissioni che ho fatto in Mediaset. Oggi tutto questo non esiste più.
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