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“Teatro Festival Italia”, applausi scroscianti per “La notte”

“Teatro Festival Italia”, applausi scroscianti per “La notte”

NAPOLI. “La notte” di Igor Esposito, portato in scena a Palazzo Reale nell’ambito del “Teatro Festival Italia”, diverte, di un riso amaro, quello nato da un compromesso. Suburbano dramma diretto da Francesco Saponaro, assai bravo a trasformare un modesto plot in un appassionato ritratto della povera protagonista. Nell'atmosfera torbida, si staglia la bella Lara Sansone, a tratti sensazionale mentre volteggia nel suo sfavillante abito da showgirl hollywoodiana. Giusy (la protagonista) ha lo sguardo della Sansone, che la interpreta in maniera eccezionale. Una diva (almeno nell'animo) che vede pian piano affievolirsi la sua fiamma, mentre già s’incammina sul viale del tramonto, immersa nella luce del crepuscolo reso dai toni bluastri debolmente illuminati dalle applique e dei neon del club in cui si rifugia per l’ultima volta, letteralmente a pezzi, appena prima di salire sul palcoscenico nella serata che vedrà la fine di tutto. La Giusy della Sansone è chiaramente una sopravvissuta, una martire della società e di un uomo, un fantomatico Ciro, che la lanciò anni prima ma che al contempo ne prostrò l’equilibrio fisico e psichico tra bugie e maltrattamenti di diverso genere. La simbiosi della diva con quell’inossidabile icona dell’immaginario, coincidente con lei più con gli incubi che coi sogni, è però inalienabile e Giusy racconta, neanche troppo in filigrana, di quest’intreccio faticoso e malsano, di quest’incrinatura struggente, lavorando sull’opacità e sulle sfocature del personaggio, scrutando con pudore il baratro delle sue fragilità. La pièce quindi, in maniera legittima e tutt’altro che sibillina, si poggia totalmente alla grande prova - a tratti esilarante, qua e là perfino commovente - di un’ispiratissima Lara Sansone, alle prese col ruolo che potrebbe edificare i suoi prossimi personaggi e che con ogni probabilità la condurrà a veleggiare verso la stagione 2021 alla guida del suo teatro (il teatro Sannazaro). Il night diventa quindi una sorta di contenitore, un non luogo in cui, senza apparente continuità di tempo, si susseguono i dialoghi fra Giusy e Roberto, il musicista magistralmente interpretato da Vincenzo Nemolato. A fine spettacolo applausi scroscianti per gli attori, il regista e tutti coloro che hanno preso parte all'allestimimento.

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