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03 Settembre 2020 - 18:39
Domani il primo film italiano in concorso: attesa per "Padrenostro" di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino
VENEZIA. Il cinema è un valore irrinunciabile, e i festival rivestono un ruolo fondamentale nel sostegno e nella promozione della settima arte. Questo il messaggio che il direttore della Mostra di Venezia, Alberto Barbera, lancia durante l’apertura della 77a edizione. E lo dice con forza, affiancato dai colleghi Carlo Chatrian (Berlinale), Thierry Frémaux (Festival de Cannes), Lili Hinstin (Festival di Locarno), Vanja Kaludjeric (Rotterdam Film Festival), Karel Och (Karlovy Vary), José Luis Rebordinos (San Sebastian), Tricia Tuttle (London Film Festival), durante la cerimonia in Sala Grande andata in onda su Rai Movie e in 100 sale aderenti in tutta Italia grazie ad Anec con Rai Cinema e 01 Distribution.
«Quest'anno – così i direttori dei principali festival europei - è successo qualcosa di straordinario e di inimmaginabile. Per la prima volta, nel 2020, è successo quello che neppure due guerre mondiali erano riuscite a fare: chiudere la sale cinematografiche, interrompere le riprese dei film, costringere numerosi festival a cancellare la loro edizione. Gli amanti del cinema non hanno potuto dar sfogo alla propria passione. Abbiamo patito l'assenza del cinema, la mancanza di nuovi film, non abbiamo potuto discutere di cinema litigando attorno ai film. È stato triste».
Tanta l’emozione del presidente di giura Cate Blanchett. «È un privilegio, un piacere e un grande onore essere qui oggi. Sembra quasi un miracolo. Ho parlato negli ultimi sei mesi solo ai miei maiali e alle mie galline, quindi essere qui è un vero piacere. Contenta di tornare ad un festival che riporta il cinema nelle sale, dopo mesi di lockdown». L'attrice australiana due volte premio Oscar è pienamente d'accordo alla riapertura, in modo sicuro chiaramente. «L'industria cinematografica, come tutte le industrie, ha avuto dei mesi difficilissimi ma deve sforzarsi di riemergere. Io sono qui prima di tutto per contribuire a questo, per sostenere e dare supporto ai cineasti, a chi si occupa di film, a chi ha dovuto affrontare difficoltà enormi per completare i propri film. Li applaudo per ciò che hanno fatto».
Tutti in piedi per l’omaggio ad Ennio Morricone con figlio a dirigere l'orchestra Roma Sinfonietta con il tema di Deborah, nel brano iconico di “C'era una volta in America”. Film d’apertura “Lacci”, di Daniele Luchetti, che ne ha scritto la sceneggiatura insieme all’autore dell’omonimo libro da cui è tratta la pellicola, il napoletano Domenico Starnone. Così come nel romanzo, la storia è ambientata a Napoli e parla di Aldo e Vanda che si sposano giovanissimi, per amore e per desiderio d'indipendenza. Dalla loro unione nascono due bambini, Sandro e Anna. Con il passare del tempo Aldo si sente soffocare, crede che il matrimonio lo abbia imprigionato limitando la sua libertà. Attratto così da una giovane studentessa, all'età di trent'anni, Aldo decide di seguire ciò che lo appassiona davvero: scappa a Roma e abbandona improvvisamente sua moglie e i suoi figli, pur sapendo che quest'avventura non avrà futuro e che il suo posto è a casa con la sua famiglia. Protagonisti Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi.
Intanto cresce l’attesa per la prima pellicola italiana in concorso, “Padrenostro” di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, che farà il suo esordio domani. Tratto da una storia vera, il film è ambientato nel 1976 a Roma. Protagonisti due ragazzini (Mattia Garaci e Francesco Gheghi) che durante un'estate vedranno con i proprio occhi un gruppo di terroristi tendere un attentato al padre di uno di loro, Alfonso (Favino). Chiudono il poker dei titoli nostrani che si giocano la palma d’oro “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli (5 settembre) e “Notturno” di Gianfranco Rosi (8 settembre), già Leone d'Oro nel 2013 e “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante (9 settembre).
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