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Eduardo in “notturna”, oltraggio a De Filippo

Eduardo in “notturna”, oltraggio a De Filippo

NAPOLI. Con il discutibile orario di messa in onda del documentario “II nostro Eduardo”, mestamente slittato in terza serata, Raiuno ha forse voluto far rivivere ai telespettatori la famosa massima dello stesso drammaturgo: “Ha da passà ’a nuttata!”. Meglio avrebbe fatto la prima rete nazionale a intitolare lo spazio dedicato al grande autore, regista e attore del Novecento, “La lunga notte di Eduardo”, per avvisare, fin da subito, gli interessati al docufilm che, per vederlo tutto, avrebbero dovuto aspettare le 2 del mattino. Chiaramente non sono tardati sui social, dopo i tanti post che annunciavano lo speciale, i messaggi di delusione e di rabbia per l'orario a dir poco irriverente riservato ad uno dei più grandi personaggi del teatro e della cultura di tutti i tempi.

STA DI FATTO CHE INIZIALMENTE PROGRAMMATO per le già deprecabili ore 22.50, il lavoro - prodotto da “3D” con “Andiamo Avanti Productions” e “Sky Arte” e il sostegno della Fondazione Eduardo De Filippo - è partito poco prima di mezzanotte. Tanto è bastato per scatenare il rammarico di quanti hanno dovuto desistere al cospetto di un orario da metronotte e panettieri. Ingiusta sorte, quindi, per il docufilm, peraltro già trasmesso su “Sky Arte” a Natale e più volte replicato e che sembra aver dimostrato ancora una volta, la scarsa attenzione dei vertici Rai per il Teatro e per i suoi grandi personaggi. Diretta da Didi Gnocchi e Michele Mally, la storia personale e artistica di Eduardo De Filippo, insieme a quella della sua grande famiglia, ha così costretto i più appassionati ad una sorta di veglione televisivo pronto a innescare su Facebook commenti divisi tra il grido di vergogna per la immeritata posizione in palinsesto e l'eroismo di chi con fierezza ha annunciato di essere giunto fino alla fine.

«PURTROPPO - HA SCRITTO IL REGISTA E SCENOGRAFO BRUNO GAROFALO - i responsabili Rai cosiddetti “funzionari” sono cresciuti all'ombra delle tv commerciali con le quali si allenano a braccio di ferro a colpi dei demoni share o audience... la parola "cultura" e tantomeno "civiltà" e rispetto sono parole a loro sconosciute! Ai bottegai della televisione pubblica, sarebbe bastato dare un'occhiata su Wikipedia per sapere chi è questo De Filippo, ed evitare uno scempio offensivo per le persone per bene».

E COSÌ, CON I FIGLI DI LUCA DE FILIPPO, Matteo, Tommaso e Luisella, per la prima volta impegnati a svelare gli aspetti più intimi e inediti di Nonno Eduardo, si è dovuto nuovamente prendere atto di certe scelte non vicine alla cultura e a chi ha fatto, con le sue drammaturgiche profezie, grande la storia del teatro europeo.

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