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Gigi D'Alessio: «Il successo? I bagarini a Secondigliano»

Gigi D'Alessio: «Il successo? I bagarini a Secondigliano»

foto di Rino D'Antonio

 

NAPOLI. L’attesa è finita. Piazza Plebiscito stasera tornerà a riempirsi di musica, di arte, di intrattenimento... di vita. Lo vuole la città, lo reclama la storia della piazza, lo chiede il popolo del capoluogo campano. Dopo due anni di restrizioni, finalmente, la musica riconquista il suo spazio, con un grande evento in diretta in prima serata su Raiuno e su Rai Radio2 dal titolo “Uno come te-Trent’anni insieme”, il concerto-evento che celebra i primi 30 anni di musica e di grandi successi di Gigi D’Alessio.

Il grande artista partenopeo dalla fama internazionale ripercorrerà per l’occasione la sua emozionante carriera musicale e televisiva attraverso le sue canzoni. In diretta su Rai Radio2, in Visual sul canale video di Radio2 e su RaiPlay, Carolina De Domenico ed Elena Di Cioccio, saranno pronte a intercettare gli artisti intervenuti per festeggiare D’Alessio e a raccogliere interviste esclusive, commenti a caldo, ricordi. Non mancheranno curiosità e retroscena dal backstage, con contributi extra e speciali sui social di Radio2. Annunciati - per l’ordine di posti rigorosamente a sedere - 15mila spettatori. Domani si replica.

Gigi di questi 30 anni cambieresti qualcosa?

«Tutti noi dovremmo avere una vita per fare le prove ma siccome ne abbiamo una non possiamo dire “ah se avessi fatto, ah se non avessi detto”, la vita va vissuta con i suoi errori».

Hai un ricordo particolare dei tuoi inizi?

«Ricordo quando fuori il teatro Arcobaleno di Secondigliano vidi i bagarini vendere i biglietti. In quel momento ho capito che qualcosa sta succedendo, da lì non mi sono fermato. Partire dai battesimi e matrimoni e arrivare al “Radio City Music All” di New York, per me è stato incredibile non smetterò mai di ringraziare il mio pubblico che ha reso possibile tutto questo».

Per far successo oggi serve più talento o fortuna?

«Entrambe, la fortuna te la devi andare a cercare, te la devi costruire. Se tu vai a giocare i numeri al lotto ed escono, comunque sei andato a giocarli non è che ti sono arrivati. Il talento serve, ho studiato al Conservatorio di Napoli, una delle nostre tante eccellenze, è stato emozionante tornarci. Ai ragazzi ho detto: “studiate, un medico studia per operare e non uccidere i pazienti. I cantanti, i musicisti devono studiare perché cantare è una cosa avere successo è un'altra”. Oggi tutti bravi con il computer e l’elettronica, ma spegni tutto e li metti davanti ad un pianoforte e nessuno “butta le mani”».

Un evento, il tuo, che mette in moto tutto il settore musicale partenopeo...

«Per l’occasione saranno impegnate per oltre 3000 persone. Abbiamo occupato 1800 posti letto nelle strutture alberghiere per gli operatori. Spero che questa serata sia di aiuto anche a tutti i ristoratori e quelle categorie che hanno risentito particolarmente di questi due anni di chiusure».

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