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Il “Maggio della Musica” al Galoppatoio borbonico della Reggia di Portici

Il “Maggio della Musica” al Galoppatoio borbonico della Reggia di Portici

PORTICI. Il Galoppatoio borbonico della Reggia di Portici ha ospitato alcune delle produzioni della parte conclusiva della fortunata edizione 2022 della stagione concertistica “Maggio della Musica”, con interessanti incursioni in un singolare incontro che armonizza teatro e musica. Lo spazio in sé ampio, bellissimo impone il ricordo di un altro insigne spazio ippico trasformato in leggendario spazio teatrale: la Felsen Reithschule di Salisburgo. Ed auguriamo al ritrovato spazio regale di Portici la medesima fortuna di quello di monsignor arcivescovo, primate del Sacro Romano Impero. E giustamente ne abbiamo goduto con una produzione in cui per gran parte rifulgeva, pure se in un contesto leggero ed un poco monellesco, proprio Mozart. Ovviamente. Che a Portici è stato veramente. Stefano Valanzuolo, direttore artistico del “Maggio”, ha proposto in prima assoluta un suo lavoro, “La musica che visse due volte”, ovvero Mozart vs Rossini, riprendendo un libretto di Lorenzo Arruga, che ebbe fortuna tra la fine del 1991(5 Dicembre, duecento anni dalla morte di Mozart) e l’inizio del 1992 (29 Febbraio, duecento anni dalla nascita di Rossini). La contiguità delle date era veramente singolare. Nel testo d Arruga ed oggi di Valanzuolo c’è l’idea della continuazione fantasiosa, ma fondata, dell’esperienza artistica dell’uno in quella dell’altro. Quasi l’altro fosse la reincarnazione dell’uno. In realtà tra i due compositori le convergenze sono più numerose delle differenze. E le sole opere comiche in repertorio sono le loro, cui si aggiungono due di Donizetti ed una di Verdi: un canone limitatissimo. Il racconto divagante di Valanzuolo, letterariamente elaborato e fine e perspicace come sempre, era affidato Giuseppe Esposto. La musica di Mozart e Rossini, in felicissima antologia di trascrizioni, è stata assai ben eseguita dal quintetto di fiati dell’Orchestra sinfonica “G. Rossini” di Pesaro. Spiccava in locandina il potpourri fantastico sul “Barbiere di Siviglia di Rossini” di Giulio Bricciardi, originale per quintetto di fiati, vera preziosità. Notevole e meritato successo. 

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