Tutte le novità
08 Maggio 2023 - 11:48
La sua vis comica era notevole, si innestava in quel vivace spirito napoletano da cui l’attrice era riuscita a ricavare il meglio
Con il ricco contributo dato alla letteratura, al cinema e soprattutto al teatro, Napoli è da sempre un’importante fucina di creatività. La tradizione del teatro napoletano è estremamente ricca e poliedrica, legata all’uso della Farsa e del Varietà, ma anche a quello del Verismo e del Melodramma. Una letteratura teatrale densa, che ritrae Napoli e la sua gente in modo univoco e al contempo contraddittorio, fornendo così diverse percezioni della città. Questo è l’ambiente culturale in cui molti artisti si sono formati e da cui hanno assorbito l’improvvisazione, la poesia, la generosità e il senso pratico della vita. Il 24 aprile è ricorso l’anniversario della nascita di Pupella Maggio, un’attrice superlativa. La sua vis comica era notevole, si innestava in quel vivace spirito napoletano da cui l’attrice era riuscita a ricavare il meglio. Figlia di Domenico (detto Mimì) e di Antonietta Gravante, capostipiti della grande dinastia dei Maggio, Pupella fu la punta di diamante della famiglia. Minuta e gracile, eppure così energica e combattiva, debuttò giovanissima, dodicenne, cantando canzoncine col fratello più grande Beniamino e per un decennio e più fece parte delle varie formazioni teatrali del padre. Il teatro fu il suo “regno”: partecipò attivamente a sceneggiate, riviste, numeri di avanspettacolo. Il grande salto lo fece nel 1954, quando fu scritturata nella “Scarpettiana”, e poi nella compagnia di Eduardo De Filippo, con il quale rimase per tre anni e che ritrovò, successivamente, verso la fine degli anni Sessanta. Nel 1959, proprio accanto a Eduardo, interpretò Sabato, domenica e lunedì, rivelando una grande forza e temperamento, sia nel registro drammatico che in quello comico; e grazie a questa interpretazione vinse la Maschera d’oro, oltre che i prestigiosi premi San Genesio e Nettuno. Nella compagnia del drammaturgo napoletano, riuscì a rivestire tutti i ruoli possibili grazie alle proprie doti attoriali. Anche fuori dai confini partenopei, Pupella richiamò l’attenzione di registi di grosso calibro come Luchino Visconti (L’Arialda di G. Testori, 1960), Francesco Rosi (In memoria di una signora amica di G. Patroni Griffi, 1963) e Giuseppe Patroni Griffi (Napoli notte e giorno di G. Patroni Griffi, su testi di Raffaele Viviani, 1967). Dal 1979 iniziò anche il suo sodalizio teatrale con Antonio Calenda per il quale recitò ne La madre di Bertolt Brecht, Aspettando Godot di Samuel Beckett e Questa sera Amleto di Mario Prosperi. Fu intensa e rilevante anche la sua carriera cinematografica. Fu diretta dai più grandi registi italiani e stranieri: Vittorio De Sica (La ciociara, 1960), Federico Fellini (Amarcord, 1973), Nanni Loy (Le quattro giornate di Napoli, 1962), John Huston (La Bibbia, 1966), Giuseppe Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso, 1988), Lina Wertmüller (Sabato, domenica e lunedì, 1990). Tutte partecipazioni che la portarono a una popolarità notevole e alla conquista di un Nastro d’argento nel 1969 come attrice non protagonista per la sua gustosissima caratterizzazione in Il medico della mutua di Luigi Zampa, accanto ad Alberto Sordi.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo