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Tin-Teatro Instabile Napoli, in scena l’arte di Gianni Sallustro

Tin-Teatro Instabile Napoli, in scena l’arte di Gianni Sallustro

Gianni Sallustro (nella foto) regista, attore e formatore. Da qualche anno gestisce e dirige artisticamente il Teatro Instabile Napoli, una perla del centro storico. Colpisce la sua voglia di fare teatro che lo accompagna da sempre. L’avventura del Tin, teatro del centro storico che da qualche anno gestisci, è complicata ma bella e sta portando anche soddisfazioni: come è nato il rapporto con Michele del Grosso? «Incontrai Michele alla fine degli anni ‘90. Mi fece un provino ma io ero già impegnato a teatro con Carpentieri. Michele si arrabbiò tantissimo. Ci siamo incontrati di nuovo nel 2000 per “O vico” di Viviani da allora non ci siamo più persi di vista. Lui divenne il “mio regista” ed io fui per lui “il suo attore” così amava definirmi».

Si parte con una nuova rassegna al Tin, ce ne parli?

«“In-stabilEstate” è la prima rassegna estiva del Teatro Instabile Napoli, organizzata in collaborazione con la Talentum Production di Marcello Radano. Ritengo che l’arte, la cultura, il teatro anche in estate non debbano assolutamente fermarsi in un luogo ricco di fascino e di storia come il Tin. Saranno tanti gli artisti che si alterneranno e per accontentare il pubblico abbiamo scelto vari generi teatrali: il burlesque, il cabaret, il teatro contemporaneo, la commedia italiana e la tragedia greca».

Ci sarà anche una stagione invernale al Tin: come si accede?

«A breve partirà un bando per la selezione. Ci sarà una commissione di esperti che valuterà tutte le proposte pervenute. Le info per partecipare saranno visibili sui nostri social e sul nostro sito www.teatroinstabilenapoli.com».

Quali difficoltà nel fare teatro oggi?

«La difficoltà dopo la pandemiasta nel dover riavvicinare la gente al teatro. Qualcuno diceva che l’arte, il teatro, il cinema in quanto bellezza salveranno il mondo. Io ritengo che oggi l’uso sbagliato di alcuni social stia educando alla bruttezza della vita e noi di questo non ne abbiamo bisogno, compito degli operatori del settore è quello di far comprendere, soprattutto ai giovani, che il teatro è veramente la catarsi dell’anima come sosteneva Aristotele».

Con l’Accademia vesuviana del teatro e del cinema, con il tuo lavoro di formazione, stai facendo passi da gigante, molti allievi stanno lavorando con importanti produzioni: quale metodo usi?

«Il mio metodo affonda le sue radici nella pedagogia di tradizione classica del ’900 (Stanislavskij, Lecoq, Chechov, Decroux, Mejerchol’d) volgendo volentieri l’attenzione ai classici del passato, ai principi innovativi della ricerca avanguardistica (Grotowski, Brook, Strasberg), alla potentissima tecnica cinematografica e teatrale di Ivana Chubbuck e prestando molta attenzione alla scena contemporanea».

Che rapporto hai con i giovani?

«Per un attore, un regista, un formatore confrontarsi con gli altri è linfa vitale. Confrontarmi con i giovani poi diventa più stimolante soprattutto quando li ascolto, li osservo perché cerco sempre un accordo, un punto in comune con loro. I giovani vanno formati, stimolati, motivati perché ognuno ha dentro di sé la propria verità. Questo confronto spesso è un processo lungo e talvolta impervio ma, quando ci si riesce, porta abbondante armonia per entrambi le parti».

A chi ti ispiri artisticamente?

«Ai classici, ai grandi della letteratura, della storia dell’arte, a Shakespeare, a Moliere, ai grandi del teatro napoletano del passato ma anche a quelli odierni, ad Al Pacino, a Dustin Hoffmann, al mio grande maestro Dario Fo e poi alla gente comune che osservo, ascolto, studio in ogni momento della mia giornata in qualsiasi luogo, per strada, al supermercato, in treno, sul tram».

Non solo teatro ma anche cinema per te a cosa stai lavorando ora?

«Per il teatro riprenderò il ruolo di Giasone in “Medea” a breve, poi sarò Razzullo nella “Cantata dei pastori” spettacolo di punta natalizio del Tin e poi “Orgoglio ’43” spettacolo che rientra nei festeggiamenti nazionali per gli 80 anni delle “Quattro giornate di Napoli” da un’idea dello storico Guido D’Agostino. Per il cinema dovrebbe uscire, a breve, il film “Il peso esatto del vuoto” dove sono protagonista con Peppe Servillo e Cristina Donadio e a breve il film “É colpa mia” da me diretto ed interpretato».

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