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03 Giugno 2024 - 18:46
Una comicità indagatrice dell'animo umano tutta napoletana capace di arrivare a tutti. L'arte teatrale e cinematografica di Massimo Troisi racchiudeva questo e altro ancora. Quando se n'è andato prematuramente, a soli 41 anni, stroncato da un infarto, l'attore, lo sceneggiatore, il regista, il poeta ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo e non solo. Un vuoto che ci accompagna esattamente da 30 anni: Troisi morì il 4 giugno del 1994. Era a casa di sua sorella Annamaria a Ostia, quando quegli occhi che hanno saputo emozionare interpretando personaggi intensi come Mario Ruoppolo de “Il postino”, non si aprirono più (morì nel sonno). Un uomo dal cuore grande, Troisi, ma anche molto fragile, sin dall'infanzia aveva gravi problemi cardiaci di salute che lo accompagnarono per tutta la vita, e ne causarono la morte, avvenuta poche ore dopo la fine delle riprese del film ispirato a “Il postino” di Neruda, candidato a 5 premi Oscar, tra cui la nomination postuma come miglior attore.
Soprannominato “il comico dei sentimenti” o il “Pulcinella senza maschera”, Troisi, nato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio 1953, cominciò la sua carriera con gli amici del gruppo “I Saraceni”, divenuto “La Smorfia”, Lello Arena ed Enzo Decaro. Un successo inatteso che lanciò Massimo Troisi verso l'esordio al cinema con “Ricomincio da tre” (1981), che ne consacrò il suo successo da attore e regista, regalandogli subito due David di Donatello, tre nastri d'argento e due Globi d'oro.
Fu da allora che si dedicò esclusivamente al cinema, interpretandone 12, cinque dei quali diretti da lui stesso. Dopo quel film, ogni pellicola di Troisi, in veste di autore, attore o regista, fu un ulteriore successo: da “Scusate il ritardo” del 1983 al memorabile “Non ci resta che piangere” con Roberto Benigni nel 1984. Nel 1987 interpretò e girò “Le vie del Signore sono finite”, ambientato durante il periodo fascista, film che segnò un passaggio importante nella sua evoluzione artistica.
L'ultimo film che Troisi scrisse, diresse ed interpretò è “Pensavo fosse amore... invece era un calesse” del 1991 con Francesca Neri e Marco Messeri e infine “Il Postino”, durante il quale le sue condizioni di salute peggiorarono giorno dopo giorno, al punto da costringerlo a farsi sostituire da una controfigura nelle scene più faticose. Il suo cuore “ballerino” scelse però il momento giusto per smettere di battere: dopo che era stato dato l'ultimo ciack al suo film.
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