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19 Maggio 2018 - 18:09
Il nuovo album sarà presentato il 22 maggio alla Feltrinelli di piazza di Martiri a Napoli
di Gigi Avolio
Li avevamo lasciati a luglio 2014 al concerto di Castel S. Elmo che sanciva la loro reunion, un Retour che sarebbe durato tre anni e che avrebbe gettato le basi per un nuovo album di inediti. Poi l’improvvisa scomparsa di Fausto Mesolella. Un colpo che ha lasciato un segno profondo e indelebile negli Avion Travel, un evento che avrebbe potuto distruggere il progetto, rompere equilibri e schemi. E invece l’assenza/presenza di Fausto ha forse consolidato e dato maggior impeto al gruppo, che oggi pubblicano “Privè”, un nuovo lavoro di inediti a 15 anni dall’ultimo album registrato tutti insieme (“Poco Mossi gli altri Bacini”).
“Privè”, come tutti gli album degli Avion Travel ha un’eleganza musicale inconfondibile, propone brani totalmente inediti insieme a 4 brani che i vari componenti avevano scritto per i Musica Nuda, Fiorella Mannoia e Patty Pravo. La scrittura e la scelta dei brani è cominciata durante il Retour (2014-2017) insieme a Fausto Mesolella, di cui sono presenti quattro canzoni, mentre le altre sono state scritte da Mario Tronco, Peppe D’Argenzio e Ferruccio Spinetti. Quasi tutti i testi portano la firma di Peppe Servillo, ad eccezione de “Il Cinghiale”, scritto insieme a Franco Marcoaldi, “Dolce e Amaro” e “Alfabeto” scritti da Pacifico.
Ma ora siete ancora Piccola Orchestra o solo Avion Travel?
«Abbiamo messo a fuoco il nome Avion Travel – racconta Peppe D’Argenzio, il “padrone dei fiati” della band – un piccolo segno di discontinuità, perché Piccola Orchestra era legato ad un periodo preciso. Anche se però il nostro modo di affrontare la musica è sempre quello di una piccola orchestra, è un metodo di lavoro che riguarda il portare negli arrangiamenti musicali dei ruoli con funzione narrativa. In questo disco come i concerti che abbiamo fatto la scorsa estate senza Fausto, abbiamo un po’ lavorato per sottrazione, riporta un suono un po’ più scarno e minimale: volevamo mantenere gli stessi ingredienti di sempre, ma più evocati».
Visti i tanti progetti personali, dopo la reunion la scomparsa di Fausto poteva mettere la parola fine al progetto Avion Travel, e invece…
«In qualche modo ci ha consolidati, dopo lo sconforto e il dolore iniziali, abbiamo superato il disorientamento con l’idea di realizzare il disco nuovo, la cui idea era iniziata a serpeggiare già nel 2014 dopo i primi concerti della reunion, appena abbiamo ritrovato la complicità, in maniera assolutamente naturale, concerto dopo concerto abbiamo notato che il nostro suono andava da solo in una direzione nuova. Fausto è ben presente nel disco, abbiamo sempre percepito la sua presenza, molti pezzi sono suoi ed abbiamo anche utilizzato un provino e alcune registrazioni che lui già aveva registrato oltre».
Ho notato che in 8 brani la chitarra è assente: è una scelta?
«È stata una scelta affettiva, per noi e per chi ci segue sarebbe stato molto difficile accettare la sostituzione di Fausto, per il momento non cerchiamo un chitarrista, non abbiamo ancora deciso che tipo di chitarra, anche se Emanuele Bultrini (provenienza Orchestra di Piazza Vittorio come Duilio Galioto alle tastiere e pianoforte ndr) in qualche passaggio ci ha dato una mano».
Partiamo dal titolo, “Privè”…
«Nasce in maniera casuale, si distacca anche dal testo della canzone, parla di un 50enne con le sue debolezze e ambiguità, ma si può intendere Privè anche come Privilegio di poter fare musica come riusciamo ancora a farlo, e vuole anche rimarcare la necessità di recuperare l’intimità e il privato come qualcosa da preservare dalla condivisione ossessiva».
Le quattro canzoni che avevate “prestato” ad altre artiste in mano agli Avion Travel suonano differenti.
«Le quattro canzoni non furono scritte su richiesta, anzi nella nostra storia erano già apparse e le avevamo provate, poi per vari motivi non le realizzammo. Le abbiamo affidate senza metterci bocca, anche quella di Patty Pravo a cui partecipammo alla registrazione ma seguimmo le scelte del produttore. Quando abbiamo scelto di farle abbiamo badato all’identità che volevamo dargli, trovando dinamiche e suoni che asciugassero certe dinamiche e certi suoni».
Chi è il Maestro?
«Non è dedicata a qualcuno in particolare, abbiamo avuto tanti maestri e non solo musicali, nelle vite di tutti ci sono figure che aiutano a crescere, a migliorare e cambiare. A volte le trovi nella musica o in un libro, anche se ultimamente questa funzione viene un po’ sottovalutata».
Pacifico aveva scritto Le mie parole, stavolta è partito dall’Alfabeto, un brano in cui si sente un eco musicale di Philip Glass
«Non sbagli, quel tipo di ambito musicale lo abbiamo sempre considerato con curiosità: abbiamo sempre avuto rapporto con un certo minimalismo».
È vero che siamo solo a maggio, ma se dico Sanremo?
«A noi piace, lo abbiamo sempre seguito. Ci siamo andati quando avevamo qualcosa di significativo e coerente da proporre. Tutto è legato ad una scintilla, se dovesse esserci una scintilla creativa nei prossimi mesi non avremmo problemi a proporci».
Il 22 maggio sarete alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, uno show case o un firmacopie?
«Sicuramente firmeremo le copie, e poi faremo ascoltare in maniera acustica alcune canzoni del disco».
State preparando il tour, ci sarà anche una data a Napoli?
«Per ora c’è una data il 23 giugno al Museo di Pietrarsa, poi sicuramente capiterà…».
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