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al teatro sancarluccio

In scena “Volevo essere Lady Oscar"

Appuntamenti oggi, domani e domenica

In scena “Volevo essere Lady Oscar"

NAPOLI. Volevo essere Lady Oscar è uno, stupefacente, mondo al femminile (ma non solo) in cui lo spettatore entra fin dal primo istante. Fin da quando la protagonista, in vestaglia, deve rinunciare ai suoi biscotti preferiti. Perché a darle il buongiorno c’è il Diet Piggy, il maialino dietologo personale che grugnisce quando lei si avvicina al cibo. Le ricorda che non può.
Non può perché è donna e deve essere perfetta, perennemente a dieta. Perennemente con i capelli a posto, con le unghia delle mani, e tutto il resto, a posto. Altrimenti è tagliata fuori. Non va bene.
La scrittura è brillante: bravissime Gigliola De Feo e Ersilia Saffiotti, l’amica bionda che parla con i vulcani. La musica e la voce di Savio Arato accompagnano, perfettamente, la storia.
L’ironia è tanta e si ride. Ma il riso diventa sorriso e il sorriso diventa amaro quando la protagonista legge il decalogo delle cose che tolgono la libertà. Perché libere non sono, le donne. Sono prigioniere, soprattutto di sé stesse. E nemiche delle donne sono anche le donne, ricorda la protagonista. Ed ’ anche per questo, forse, che non ce l’hanno ancora fatta; e chissà se ce la faranno. Perché gli uomini sono “compagni di merenda”, le donne no.
La parodia di Beatrice, la donna angelo di Dante, è molto divertente, a tratti anche esilarante. Ma fa anche riflettere, e tanto, sul come, da sempre, nell’arte (che benissimo rappresenta la realtà), alla donna siano stati affibbiati ruoli claustrofobici e, per questo, insostenibili.


Emoziona molto Gigliola De Feo quando ricorda (parafrasando il grande Nanni Moretti) che le parole sono importanti. Perché la speranza è che, al più presto, i titoli di “Avvocata”, “Ministra” o “Notaia” non suonino più strani, per diventare normali; e “i diritti” non abbiano più bisogno di azioni di tutela perché sono stati acquisiti, nell’agire comune, come qualcosa di scontato.
Il ritmo dello spettacolo è serrato, a tratti incalzante. La recitazione è talmente credibile da indurre lo spettatore a ritenere che l’attrice non aderisca perfettamente ad un testo scritto, anche se così non è. Lo sguardo di chi è in sala è, costantemente, su di un filo immaginario che delimita la realtà dalla finzione. Perchè la De Feo ha la capacità di restare lì, sopra quel filo, durante tutto il tempo della rappresentazione, senza cadere mai. Ed è questo che rende il teatro un luogo immaginifico e magico, che fa emozionare ancor prima che il sipario si apra.
I tempi della prosa rallentano nei momenti più drammatici, che non mancano. Ma la verità è sempre salva; come quando la protagonista ricorda che il tetto di cristallo è ancora intatto. E le donne, tutte, sono lì, insieme a lei, con il naso all’insù per guardarlo, costernate.
Dunque, lo spettacolo - che sarà ancora in scena oggi, domani e domenica- merita di essere visto.
Perché Lady Oscar fa brillare ancora di più il Teatro Sancarluccio, un piccolo gioiello nel cuore di Chiaia. Un luogo, di resistenza, dove contrastare la realtà che è, purtroppo, sempre più insopportabile; si pensi al dramma delle guerre. Un luogo in cui si coltiva la speranza della trasformazione, propria dell’arte; e un luogo in cui si intravede la possibilità di custodire il senso di umanità che, in questi giorni così bui, si rischia di perdere per sempre.

Ester Chica

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