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Monica Sarnelli in scena al teatro Troisi

Con “Sirene, sciantose, malafemmene ed altre storie di donne veraci”

Monica Sarnelli in scena al teatro Troisi

“Sirene, sciantose, malafemmene ed altre storie di donne veraci” saranno in scena con protagonista Monica Sarnelli, da giovedì 20 marzo al teatro Troisi di Napoli, in un recital antimisogino sulla donna nella misoginissima canzone napoletana, sulle donne della canzone napoletana e che mette al centro una delle moderne protagoniste della canzone napoletana.

Testo, canzoni e videoproiezioni con la presenza virtuale, ma di grande significato per lo sviluppo del racconto, di artisti molto cari a Monica Sarnelli (il cantautore Enzo Gragnaniello, l’attore/scrittore Peppe Lanzetta e la cantante Fuliggine, nome d’arte di Francesca Andreano) raccontano la città al femminile, e le sue donne: femmene, malafemmene, mamme, puttane, figlie, trans, sirene naturalmente, visto che siamo nell’anno 2500 dalla fondazione. Un filo narrativo ironico, ma serio, in cui si riflette su un mondo, quello della musica, non solo partenopea, ancora sin troppo maschilista.

La protagonista, Monica Sarnelli, si muove in una scenografia con tanti simboli e abiti: da sciantosa (ma la giarrettiera è di cuoio), da bammenella, da primadonna postmoderna, da brava ragazza «jeans e maglietta», tra canzoni, aneddoti e racconti. Al suo fianco un’attrice/ballerina (Cinzia Cordella), una pianista (Cristina Massaro), un quartetto d’archi (Anna Rita Di Pace, Isabella Parmiciano, Tiziana Traverso, Monia Massa) e un polistrumentista (Paolo Del Vecchio).

Fondamentale l'uso del mezzo video: tra immagini d'archivio, veri e propri videoclip e sdoppiamenti d'azione tra il teatro e lo schermo ad alta definizione. Canzoni famose, ma anche no, in qualche caso messe alla berlina, per raccontare il maschilismo insito nella canzone napoletana di ieri e di oggi. Gli arrangiamenti moderni sanno di tradizione, ma anche di electroswing, di rap, di tango digitale, che portano ai giovani il repertorio e le storie di Gilda Mignonette, Ria Rosa, Angela Luce, Gloria Christian, Mirna Doris, Lina Sastri, Teresa De Sio, Giulietta Sacco e altre ancora. Anche di loro la Sarnelli parla e canta tra momenti duri, sentimentali, femministi, altri sensuali, ironici: il sorriso, la rabbia, la pancia, il sesso, il ritmo, la melodia saranno chiavi di volta di uno spettacolo che usa le radici per imparare a volare.

Già in “Passione tour” e "Carosone l'americano di Napoli", e più di recente con «Carmen rap», Federico Vacalebre, giornalista, critico musicale, saggista, esperto di canzone napoletana, sceneggiatore, si è misurato con la scrittura teatrale, sempre usando la canzone come protagonista principale, se non assoluto. In questo spettacolo ha chiesto di nuovo a Monica Sarnelli di abbandonare il suo repertorio, per trovarne uno che pure le appartiene per dna. Un viaggio al termine della melodia perduta e patriarcale che ci porta da "Era de maggio" a Pino Daniele, da "Passione" a "Ipocrisia", da "Preferisco il Novecento" a "Liù”, tra amare verità e dolci bugie. Con una sorpresa finale, la traduzione in napoletano di «Marea» di Madame, inno all’orgasmo femminile che diventa «Parea».
Una ripresa artistica, ma anche politica, per rivendicare l’argomento trattato nel 2015 quando la parola “patriarcato” non era attuale come oggi.

Spettacolo scritto da Federico Vacalebre.
Regia di Carlo Cerciello.
Con Monica Sarnelli, e con Cinzia Cordella.
Arrangiamenti musicali di Pino Tafuto e Salvio Vassallo.
Disegno luci Andrea Iacopino, aiuto regia e video di Fabiana Fazio.

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