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Peppe Barra premiato dal Conservatorio di Napoli

Ciccarelli: «Ha liberato la tradizione da ogni folclore restituendole la sua verità profonda»

Peppe Barra premiato dal Conservatorio di Napoli

NAPOLI. “La memoria culturale di Napoli si fa linguaggio universale, capace di attraversare i tempi e le generazioni”. Nelle parole di Carla Ciccarelli, presidente del Conservatorio San Pietro a Majella, c’è il senso profondo della giornata speciale dedicata a Peppe Barra, celebrato dall’istituzione partenopea con un premio alla carriera, un incontro con gli studenti e un concerto-spettacolo che ha unito musica e narrazione. Un omaggio solenne ma affettuoso, nato dalla volontà – come ha spiegato la stessa Ciccarelli – di “riconoscere in Peppe Barra un interprete raro, custode e innovatore al tempo stesso, capace di traghettare la nostra eredità culturale nel presente, rendendola viva, vibrante, autentica”. Un artista che, con la sola forza della voce e della presenza scenica, ha saputo “restituire alla tradizione popolare dignità estetica e forza comunicativa, liberandola da ogni residuo folclorico e restituendola alla sua verità più profonda”.

“Peppe Barra – ha aggiunto il presidente – è un ponte tra mondi: quello della tradizione orale e quello della scrittura scenica, quello della musica colta e quello delle sonorità popolari. È un artista che ha saputo custodire l’anima del nostro Sud senza cristallizzarla, facendola invece risuonare in chiave contemporanea, con intelligenza e ironia. In lui riconosciamo una voce necessaria, una voce che il Conservatorio vuole indicare alle nuove generazioni come esempio di autenticità e rigore”. È in questa visione, moderna e colta, del patrimonio musicale napoletano che si inserisce il Premio “San Pietro a Majella”, conferito a Peppe Barra nella Sala Scarlatti gremita di studenti, docenti, musicisti e spettatori. Un riconoscimento assegnato finora a personalità del calibro di Riccardo Muti, Roberto De Simone, Placido Domingo, Cecilia Gasdia e Aldo Ciccolini, consegnato ieri da Carla Ciccarelli e dal direttore del Conservatorio Gaetano Panariello.

Ma prima della cerimonia, Peppe Barra si è seduto con i giovani allievi del Conservatorio per un incontro intimo e formativo, dove ha ripercorso la sua carriera intrecciata da sempre con la musica, il teatro e la parola. Un’occasione preziosa per trasmettere esperienza e visione, arricchita dai ricordi legati a La Cantata dei Pastori, capolavoro della tradizione napoletana reinterpretato per decenni proprio da lui, spesso accanto alla madre Concetta, artista indimenticabile e fonte di ispirazione costante.

A chiudere la giornata è stato lo spettacolo “È tutto un carnevale”, raffinata fusione tra musica classica e teatro narrato. Dopo l’esecuzione di tre brani dal Carnevale napoletano di Patrizio Marrone, diretti da Giuseppe Galiano, l’ensemble giovanile del Conservatorio diretto da Mariano Patti ha accompagnato Barra in un’originale versione de Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns. Nei panni di voce recitante, l’attore ha letto sette favole di sua composizione, in italiano e napoletano, ispirate alle fiabe ascoltate da bambino e alle atmosfere popolari che lo hanno nutritLa sua arte – ha concluso Ciccarelli – è una lezione di libertà. Barra ci ricorda che si può essere colti restando fedeli alle proprie radici, e si può essere popolari senza mai essere banali. A lui va il nostro ringraziamento più sentito e il nostro riconoscimento più alto”.

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