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teatro
17 Aprile 2025 - 19:14
È un viaggio emotivo, irriverente e personale nella figura di Pier Paolo Pasolini lo spettacolo Generazione Pasolini scritto e diretto da Marta Bulgherini, anche interprete con Nicolas Zappa, in scena da giovedì 17 aprile 2025 alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 20) al Teatro Elicantropo di Napoli.
Presentato da Generazione P, l’allestimento non è solo un tributo all'autore, ma un vero e proprio viaggio nell’intimità del suo pensiero, che esplora, attraverso la lente di una narrazione personale e vibrante, la figura di Pier Paolo Pasolini oltre le convenzioni e le aspettative.
Generazione Pasolini nasce dal profondo percorso di avvicinamento dell'autrice, che ha cominciato a studiare l'opera di Pasolini con grande confusione e scetticismo, per poi riscoprirlo come un amico prezioso, che regala sempre nuove prospettive.
Un viaggio che ha attraversato rabbia, frustrazione, ma anche amore e scoperta. Lo spettacolo, infatti, è una trasposizione del suo personale cammino, un percorso accidentato che sfocia in una dimensione intima e inaspettata, dove l’autore sembra farsi prossimo come un membro di famiglia, nonostante la distanza temporale.
La performance si divide in due parti: la prima, una stand-up comedy che ironizza sui temi pasoliniani con un linguaggio fresco e audace; la seconda, un dialogo serrato e coinvolgente con la presenza del partner di scena, crea uno scambio di domande e risposte che mette in luce le difficoltà e le contraddizioni di Pasolini, ma anche la sua irriverenza e la sua lucidità.
«Non è il solito spettacolo su Pasolini - afferma l’autrice che difende con forza il suo approccio - ma un flusso di coscienza irriverente, de-divinizzante e totalmente scanzonato. Un'opera che sfida le convenzioni e offre una prospettiva nuova e autentica sull’autore, tra amore, scoperta e, inevitabilmente, anche qualche provocazione».
Generazione Pasolini non è una biografia teatrale né una lezione accademica: è un atto di amore e disobbedienza. È un invito a riscoprire Pasolini non come icona intoccabile, ma come interlocutore reale, generazionale, sorprendentemente vicino, anche a chi, almeno inizialmente, non lo capisce o non lo condivide.
Lo spettacolo si rivolge a chi Pasolini lo ha studiato, amato, odiato, dimenticato. Ma soprattutto a chi non lo ha ancora incontrato, e forse proprio grazie a questo spettacolo potrà farlo da un’angolazione nuova, personale, disarmata.
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