Cerca

musica

Patrizio Trampetti e il coraggio controcorrente con “L’ideale”

Il disco è un lavoro che vibra di onestà, che si nutre della vita vera

Patrizio Trampetti e il coraggio controcorrente con “L’ideale”

C’è chi fa dischi per compiacere algoritmi e classifiche, e poi c’è Patrizio Trampetti. Autore autentico, musicista dell’anima, voce mai sopita della canzone d’autore italiana, Trampetti ritorna con "L’ideale", un’opera che è molto più di un album: è una presa di posizione, una dichiarazione esistenziale, un grido sommesso ma potente che cerca, tra le macerie dell’attualità, di riaccendere la fiamma dell’impegno, del sogno, del sentimento. Protagonista degli anni d’oro della Nuova Compagnia di Canto Popolare, Trampetti ha inciso il suo nome nella storia con brani memorabili, come quel piccolo miracolo chiamato "Un giorno credi", scritto insieme a Edoardo Bennato. E se nei suoi precedenti lavori – "Qui non si muove mai niente" (2012) e "’O Sud (è fesso)" (2021) – aveva già tracciato traiettorie fuori dal coro, con "L’ideale" firma un nuovo, prezioso capitolo della sua parabola artistica.

Un disco che non insegue la modernità, ma la interroga, la sfida, la scompone. Registrato e prodotto con la complicità artistica di Jennà Romano, che ha anche firmato alcuni dei brani e curato gli arrangiamenti, "L’ideale" raccoglie undici tracce dense, ispirate, in cui la voce di Trampetti si fa ora sussurro, ora invettiva, ora confessione. Ad arricchire il lavoro, una schiera di ospiti che dona al progetto un respiro corale e profondo: Claudia Gerini, Francesco Tricarico, Isa Danieli, Inti Illimani, Pietra Montecorvino, Franco Del Prete, Tony Cercola, Sandro Ruotolo, Carlo Siliotto. Non è un album per tutti, "L’ideale". Non cerca le luci di Sanremo né il facile consenso delle playlist. Trampetti stesso ne è consapevole, e quasi lo rivendica.

In tempi in cui si misura il valore di un brano a colpi di visualizzazioni, lui sceglie di cantare altro. La vita, la memoria, la politica, l’amore: in una parola sola, gli ideali. Quelli che, come dice lui stesso, “danno senso all’esistenza”, soprattutto in un’epoca smarrita dove tutto pare frantumarsi nel presente continuo di una società disillusa. Fra i momenti più intensi del disco, "’A vita po’ cagnà" – canto struggente dedicato all’amico e compagno di strada Franco Del Prete – trova voce nella commossa interpretazione di Trampetti e Pietra Montecorvino. Ma è con "Ciao Luì", omaggio poetico e personale a Luigi Tenco, che si tocca l’apice dell’emozione. Trampetti lo canta in un duetto vibrante con Claudia Gerini, sorprendente per la sua dolcezza e per l’eleganza con cui affronta la lingua napoletana.

Commuove anche "Comme va a fernì", un’intensa ballata a due voci interpretata con Isa Danieli, antica compagna d’arte sin dai tempi della "Gatta Cenerentola". E se con "La vita degli altri" Sandro Ruotolo presta la sua voce a una denuncia civile che racconta l’esodo straziante di una madre e un figlio in fuga dalla guerra in Ucraina, "Simme rre", firmata insieme a Carlo Siliotto, suona come un’utopia visionaria e necessaria, una rivendicazione di dignità in un mondo che pare averla smarrita. C’è tanto nel cuore musicale di questo disco: l’eco del rock primigenio suonato con Giorgio Bennato, la lezione appresa accanto a Roberto De Simone, la pulsione istintiva di un autore che ha sempre rifiutato di farsi etichettare.

"L’ideale" è un lavoro che vibra di onestà, che si nutre della vita vera, dei suoi dolori e delle sue resistenze, e che non ha paura di dirlo. È un’opera che ci interpella, ci chiede ascolto, riflessione, empatia. E se oggi tutto pare convergere verso la superficialità, Patrizio Trampetti ci ricorda che la musica può ancora essere luogo di verità, di profondità, di memoria condivisa. Un disco necessario, che parla con parole semplici ma vere. Un ideale da non dimenticare.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori