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Musica
09 Maggio 2025 - 15:06
NAPOLI. "Quella araba è una musica meravigliosa, è il frutto di chi anche nella sofferenza ritrova la gioia in ogni gesto, più grande è il dolore di un popolo e più le sue musiche sono colme di forza e dolcezza " . Franco Ricciardi torna a farci sognare e stavolta sceglie di andare oltre la memoria, va dritto alle radici. Esce " Pop Medina" , il secondo singolo del suo nuovo album, in programma a dicembre, " una vera e propria operazione musicale " dichiara l'artista napoletano "da cui sono partito al contrario".
È il 21 aprile scorso, e a Sharm El Sheikh dà il via alla prima tappa del suo tour " sono stato nelle periferie della provincia araba per girare il video di Pop Medina ed è stato bellissimo, mi sono sentito a casa, ho camminato a testa bassa ma con il cuore aperto tra le mille sfumature, un viaggio tra le medine in cui in ogni volto e in ogni strada ritrovavo la mia Masseria Cardone .
Medina, che in arabo significa città, si riferisce alle città antiche che si trovano in diverse città marocchine. Spesso circondate da mura fortificate e caratterizzate da vicoli intrecciati, le medine sono il rifugio di tradizioni, cultura, architettura e artigianato.
Ecco perché nasce Pop Medina . Lo ha descritto bene anche Raiz, coautore del pezzo insieme allo stesso Franco, Sara Stantuffo e Rosario Castagnola: Pop Medina è una storia semplice, di ritorno alla vita, a una città in festa, a una persona speciale che improvvisamente si trova al centro del cuore.
Ed è cosi, questo secondo singolo di Franco Ricciardi crea una sorta d'incanto, sarà per la musica, per i colori, per il timbro della sua voce, per il video, girato da Luciano Filangieri o per il viaggio che ci fa fare ascoltarla, ma è un balsamo in grado di toccarci l'anima.
Franco Ricciardi è da sempre affascinato dalla musicalità araba, già in passato ci ha abituato ad ascoltare nella sua musica e nei suoi testi influenze mediorientali e nordafricane, da secoli parte del dna partenopeo che si miscelano perfettamente con il nostro dialetto.
"Voglio arriturnà, pe’ a città ca addora ‘e festa, ‘o sapimmo ca tutto ‘o mmale passa e se va
Si staje cu’ mme pe’ n’ora ancora
E t’arricuorde ca pareva ammore a storia nosta no nun è fernuta nziria tengo ‘e te
Statte ccà "
Se è vero che il dialetto napoletano rende vive le parole trasmettendo sentimenti
è altrettanto vero che il Mediterraneo in musica, che nella realtà è anche un luogo di tragedia senza fine, è scambio, dialogo, è un messaggio che unisce le diverse culture, senza confini.
Per la prossima tappa del tour si torna in Campania, ma per tutti gli aggiornamenti basterà seguire le pagine social di Franco Ricciardi.
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