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Vanzina: «Introduciamo un'ora di studio della "commedia all'italiana"»

Agli studenti: «Aiuterebbe a capire com'eravamo, le origini della nostra identità. Altrimenti si crede che sia tutto Miami»

Vanzina: «Introduciamo un'ora di studio della "commedia all'italiana"»

da sinistra, Annarita Boriello, Marco Risi ed Enrico Vanzina

TORRE ANNUNZIATA. «Togliere dai programmi scolastici un po' di "Promessi sposi" per inserire un'ora di studio del cinema italiano e della commedia all'italiana che, con i nostri grandi registi, ha veicolato la nostra identità con il sorriso. Altrimenti i giovani crederanno che sia tutto Miami». È la proposta che il regista Enrico Vanzina, direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema Pompei, ha avanzato durante l'incontro con il regista Marco Risi nella seconda giornata dedicata alla Settima arte che si sta svolgendo al Nexus del Maximall Pompei.

Ieri la proiezione del film "Fortapàsc" ha innescato un dibattito centrato sulla responsabilità del cinema - e delle fiction - di diventare anziché denuncia elemento di emulazione di modelli negativi per i giovani soprattutto del territorio. 

Giuseppe Coppola, ex attore di "Mare fuori", ha raccontato di avere rifiutato una parte nella fiction di successo perché, ha spiegato, «io sono di Gragnano, città operosa e bellissima come Torre Annunziata, come Castellammare di Stabia ma con un marchio di camorra che non racconta tutta la realtà. Qui ci sono anche molte altre storie da raccontare: vere e proprie favole della vita. Non me la sono sentita di dare il mio volto a un marchio infamante».

Elogi dal pubblico al "progresso culturale" innescato da alcuni film di Marco Risi come Muro di gomma e Mery per sempre. Anche se nulla - è stato osservato - è cambiato dopo Fortapàsc. I camorristi di quell'epoca sono stati assicurati alla giustizia. Ma ancora tutte le attività commerciali pagano il pizzo e non si respira ancora una piena aria di legalità. Gomorra e Mare fuori non fanno del bene ai giovani che crescono in questo clima.

Un dialogo gustosissimo ha impegnato Enrico Vanzina e Marco Risi su ricordi e confronti di vita vissuta e da protagonisti del cinema italiano. «Siamo amici dall'infanzia, accomunati dalle vicende di due famiglie che lavoravano nel cinema - ha raccontato Vanzina - Abbiamo percorso esperienze con la stessa carriera, anche se lui ha preso una strada più impegnata, io nella commedia. Vacanze insieme, esperienze comuni. Oggi non abbiamo nemmeno più necessità di parlare, perché se ci guardiamo negli occhi ci siamo già detti tutto».

Risi ha rivelato un suo progetto di girare un film sulla storia di una ragazza dell'Est che, con la transizione, è diventata uomo e torna in Ucraina per modificare i documenti ma qui resta intrappolata nella guerra e finisce al fronte. «È una bella storia, ma finora non è stato possibile realizzarne un film» ha spiegato il regista che, al termine dell'incontro, ha ricevuto un premio alla carriera dalla presidente del Festival, Annarita Borelli

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