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Il Komandante Vasco non delude mai, e ricorda l'amico Pino

Oltre 47mila fan in delirio per il primo dei due appuntamenti con il 72enne rocker

Il Komandante Vasco non delude mai, e ricorda l'amico Pino

NAPOLI. Vasco Rossi (nelle foto di Marco Sommella) ha acceso la prima delle due notti partenopee del suo “Vasco Live 2025” allo stadio Diego Armando Maradona, davanti a oltre 47mila spettatori, per un totale di 94mila tra ieri e stasera, quando il “Komandante” replicherà. È stata una serata di luce ed emozioni, preceduta da una lunga vigilia vissuta dai fan più irriducibili che da giorni hanno accampato attorno allo stadio, dormendo in tenda o all’addiaccio, pur di guadagnarsi un posto sotto il palco. L’apertura, spiazzante e potente, è affidata a “Vita spericolata”, in un arrangiamento solenne che trasforma il classico in un inno collettivo: “Noi siamo una vita spericolata”.

Da lì parte un viaggio che ha il sapore di un racconto esistenziale, un’epopea rock scandita dai brani più profondi della sua carriera. Vasco attacca con “Sono innocente”, prosegue con “Manifesto futurista” e “Valium”, poi si ferma a respirare con “Vivere”, per lasciare che il pubblico si abbandoni a una delle canzoni più amate. Segue “Mi si escludeva”, lucida denuncia ancora attuale, e l’urlo collettivo de “Gli spari sopra”, manifesto rabbioso contro un mondo che non cambia. La riflessione si fa ancora più intima con “Quante volte”, subito seguita dalla sorprendente “E il tempo crea eroi”, riarrangiata in chiave grunge.

La prima parte si chiude con “Un gran bel film” e “Vivere non è facile”, per poi ripartire dopo un interludio strumentale con “Buoni o cattivi” e l’irriverente “Basta poco”. In “Siamo qui” Vasco canta la crisi dell’identità nell’era digitale, preconizzando un mondo in cui l’essere soccombe all’avere. Poi è il turno di “C’è chi dice no”, ancora oggi grido d’indipendenza, seguito dalla seduttiva “Io perderò” e dalla perla “E adesso che tocca a me”. Il medley vintage – “La strega”, “Cosa vuoi da me”, “Vuoi star ferma”, “Tu vuoi da me qualcosa”, “Una canzone per te” e “Va bene, va bene così” – è un lungo flashback collettivo, chiuso dall’energia travolgente di “Rewind”.

Nella parte finale arrivano le emozioni più intense con “Senza parole”, la struggente “Sally” e la necessaria “Se ti potessi dire”. Il gran finale è affidato alla triade immortale: “Siamo solo noi”, “Canzone” e la catartica “Albachiara”, che chiude tra una pioggia di coriandoli e una commozione generale. Il palco, imponente e multisensoriale, domina lo stadio con 5 maxi schermi e mille luci, in uno spettacolo che fonde musica, visual e fuoco, con 24 fiamme alte 10 metri e oltre mille effetti pirotecnici. Vasco, 72 anni, è ancora il faro di intere generazioni, capace di radunare ogni estate 600mila spettatori con uno show potente, intimo e lucido, che parla al cuore e all’anima. Stasera si replica, stessa energia, stessa voglia di vivere.

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