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L'evento
26 Luglio 2025 - 10:02
Geolier
Quello che è successo ieri all’Ippodromo di Agnano non si era mai visto prima in Italia… e stasera si replica. Due serate sold out, un totale di 116 mila spettatori, e un’unica grande certezza: Geolier ha scritto una nuova pagina nella storia della musica live italiana.
Più che un concerto, un’esperienza, un viaggio nella visione, nella potenza, nella verità artistica di Emanuele Palumbo, il ragazzo di Secondigliano che ha conquistato tutto senza mai perdere il contatto con le sue radici. Il pubblico ha assistito a uno show monumentale, con una scaletta che ha attraversato tutte le fasi del suo percorso: dai primi freestyle alle hit che hanno dominato le classifiche, fino all’ultimo lavoro discografico, ATTO II di “Dio lo sa”, già certificato quinto platino.
Brani come “I p’ me, tu p’ te” e “Tu ed io” sono stati accolti da un’ovazione. Il concerto di Geolier è stato molto più di un elenco di successi, è stato un racconto visivo, sonoro ed emozionale. A partire dall’inizio: sospeso a 18 metri d’altezza, tra led giganti che proiettavano il suo nome, ha aperto lo show in un’atmosfera epica.
Ad accompagnarlo sul palco, un’ensemble orchestrale di 23 elementi e la sua band: Guido Della Gatta alla chitarra, Vicky Landolfi alla batteria, Christian Capasso al basso, Nicola Abate alle tastiere e l’inseparabile Poison Beatz in consolle. Tra gli ospiti, presenze fortissime: SLF, Luché, Lazza, Rocco Hunt. Artisti e amici con cui Geolier ha condiviso parte del suo cammino e che ieri hanno acceso ancora di più una serata già infuocata.
Il Drone Show, prima assoluta per un artista italiano, cinquecento droni hanno dipinto nel cielo figure iconiche: la “G” di Geolier, il volto di Diego Armando Maradona, il profilo del golfo di Napoli, la scritta “Napoli” e la data che ha fatto esplodere l’Ippodromo: 26 giugno 2026 – Stadio Diego Armando Maradona.
Geolier ha annunciato così la tappa napoletana del suo primo tour negli stadi, aggiungendola a San Siro, all’Olimpico di Roma e al Franco Scoglio di Messina. Una risposta potente e simbolica alla domanda che più ha invaso i suoi social: “E perché non a Napoli?”. Il pubblico è impazzito. In lacrime, in piedi, con lo sguardo rivolto al cielo. Un boato ha accompagnato il cielo che si illuminava di sogni.
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Ed è lì, tra le luci e le note, che Geolier ha volato davvero. Sì, ha volato. Letteralmente. Grazie a un innovativo sistema di volo 3D, altra prima assoluta per un artista italiano, Emanuele si è alzato in aria raggiungendo i fan al centro del parterre. Due decolli da 15 metri, con atterraggi su pedane posizionate tra il pubblico nella Yellow Zone. Non era solo spettacolo: la scelta di volare è nata dal desiderio di abbracciare tutto il pubblico, senza distinzioni di biglietto o settore, portando la sua voce e la sua presenza anche a chi era più lontano dal palco. Nessun “privilegio”, solo un’unica grande famiglia.
In volo ha cantato due brani fortemente simbolici: “Campioni in Italia”, dichiarazione d’amore alla città e al suo popolo, diventata un inno collettivo, e “P Secondigliano”, uno dei pezzi più identitari della sua carriera, che racconta la sua provenienza, il suo quartiere, le sue radici. Cantare queste canzoni librandosi sopra migliaia di persone non è stata solo una scelta scenografica, ma il modo più diretto e viscerale per ribadire chi è, da dove viene e dove vuole portare la sua musica.
Le immagini di lui sospeso tra le mani del pubblico, che urla ogni parola come fosse propria, resteranno scolpite nella memoria di tutti. Geolier ha trasformato il sogno di un ragazzino di Secondigliano in uno spettacolo mai visto prima, una manifestazione concreta di un immaginario potente e radicato.
Ogni gesto, ogni suono, ogni scelta scenografica ha raccontato una Napoli fiera, forte, in ascesa. Proprio come lui. In pochi anni, Emanuele ha ribaltato la scena italiana: ha conquistato le classifiche, i palazzetti, gli stadi, ma soprattutto il cuore di chi si è riconosciuto nella sua storia. E adesso guarda avanti, con lo stesso sguardo di sempre, quello di chi sa da dove viene e non ha mai dimenticato chi è. Napoli ha risposto con amore, voce e orgoglio.
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