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IL MEGAEVENTO
27 Luglio 2025 - 12:56
Geolier (ph. Vittorio Cioffi)
Dopo il trionfo della prima serata, anche il secondo appuntamento di Geolier all’Ippodromo di Agnano ha confermato la portata storica dell’evento. Nessuna replica meccanica, nessun automatismo da tour: la seconda notte ha avuto vita propria, alimentata da nuovi ospiti, variazioni nella scaletta e momenti di intensa condivisione.
Napoli ha risposto con la stessa partecipazione emotiva, dimostrando ancora una volta quanto forte sia il legame con Emanuele. Il concerto si è aperto come il giorno precedente, con “Intro orchestra + freestyle”, seguita da “Money”, “Moncler”, “Voglio sul a te - na catena” e “Si stat’ tu”. Il pubblico, già in delirio, ha cantato a squarciagola su “Capo”, “2 secondi” e “Nu parl, nu sent, nu vec”, fino al primo picco emotivo con “Tu ed io” e “Napo****no”.
Da “Dio lo sa” in poi è iniziata la differenza. Sul palco è salito Sfera Ebbasta, accolto da un’ovazione, per eseguire “Io t’o giur’” e una versione estesa di “X caso - m’ manc”, due momenti esclusivi riservati solo alla seconda data.
A seguire, “Chiagne”, “Per sempre”, “Ricchezza”, “So fly”, “L’ultima poesia”, “Scumpar”, “Me vulev fa ruoss”, “Che sole oggi”, “Mai per sempre”, “Episodio d’amore” e “Il male che mi fai” hanno accompagnato il pubblico verso il cuore simbolico della serata.
Dopo il brano, si è alzato nel cielo di Agnano lo spettacolo del drone show, riproposto con la stessa potenza del 25 luglio: cinquecento droni hanno composto in sequenza immagini iconiche come la “G”, la scritta “Geolier”, il profilo del golfo con il Vesuvio, Maradona e, tra tutte, la data del 26 giugno 2026 allo Stadio Diego Armando Maradona, accolta da un fragoroso boato. Un passaggio che segna già il futuro, dando forma a un sogno collettivo.
Subito dopo il cielo è tornato protagonista. Il sistema di volo 3D ha sollevato Geolier a 15 metri d’altezza, permettendogli di fluttuare sopra l’intera Yellow Zone. Da lassù ha cantato “Campioni in Italia” e “P Secondigliano”, tra le mani tese dei fan che lo vedevano passare sopra le teste. Non si è trattato solo di un effetto scenico. La scelta del volo nasce dalla volontà precisa di abbracciare simbolicamente ogni persona presente, senza divisioni, senza aree privilegiate, senza pass speciali.
È stato il suo modo di dire “io sono qui per tutti”, portando la sua voce fisicamente sopra il parterre, anche verso chi era distante dal palco. Un gesto fortemente simbolico, che annulla le distanze e racconta cosa significhi per Geolier appartenere a Napoli e alla sua gente.
È questo l’equilibrio che ha reso l’evento indimenticabile: uno show titanico ma con il cuore vicino. A dare nuova carica alla seconda parte del live è stata l’entrata di Shiva, con cui Geolier ha condiviso due brani non presenti la sera precedente: “Monday” e “Un altro show”, che hanno infiammato la folla con un’energia rinnovata.
Il ritmo è salito ancora con “Narcos”, “Amo ma chi t sap”, “Cadillac”, “Cls”, “Heets”, “Nun sacc’ perdere” e “Reale”, dove le rime si sono fuse con i cori di un pubblico onnipresente. Le emozioni si sono fatte più dense in “Ginevra” con Luchè, seguita da “El pibe de oro”, omaggio alla leggenda che lega Napoli al calcio e alla storia. In chiusura, spazio a “I p’ me tu p’ te”, “Come vuoi”, “Finché non si muore” e l’ultima carezza con “Give you my love”.
Rispetto alla prima serata, sono stati esclusi “Emirates” e i brani con Rocco Hunt, ma l’inserimento di Sfera Ebbasta e Shiva ha ridato nuova identità allo spettacolo. La scaletta si è dimostrata viva, reattiva, pensata per costruire emozioni diverse in ogni data.
Due serate, 116 mila persone, una narrazione potente che va ben oltre i numeri: Geolier ha compiuto un rito collettivo, trasformando la musica in appartenenza, e Napoli ha risposto come solo lei sa fare. Ora lo sguardo è rivolto al 26 giugno 2026:lo stadio Maradona lo aspetta. E a grande richiesta Geolier raddoppia, anche il 27 giugno 2026.
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