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L'evento
04 Settembre 2025 - 10:46
A cent’anni dalla nascita, Andrea Camilleri continua a vivere non solo nelle pagine dei suoi libri, ma nello sguardo di chi lo ha conosciuto e ne ha raccolto la lezione umana e civile. “Era una coscienza del Paese - ricorda - un testimone del mondo capace di dare ogni volta l’analisi giusta, cento volte su cento”. Così Maurizio De Giovanni, tra i narratori italiani più tradotti, autore delle fortunate serie del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone, evoca la figura dello scrittore siciliano che ha segnato la letteratura contemporanea.
Non soltanto il creatore del commissario Montalbano, tradotto e amato in tutto il mondo, ma un intellettuale che ha restituito la passione della lettura a centinaia di migliaia di italiani, che ha reinventato una lingua mescolando dialetto e italiano, e che soprattutto ha offerto al Paese una voce limpida, ironica e insieme intransigente. È questo il cuore di Camilleri 100, il documentario diretto da Francesco Zippel e coprodotto da Rai Documentari e Quoiat Films, con il contributo di Rai Teche, in onda sabato 6 settembre alle 21.15 su Rai1.
Il film è un viaggio tra immagini d’archivio e testimonianze, che restituisce l’uomo dietro il mito. Sullo schermo, insieme a De Giovanni, si alternano Luca Zingaretti, Fiorello, Fabrizio Gifuni, Melania Mazzucco, Sergio Rubini: voci diverse che compongono un mosaico intimo e corale. La Sicilia come radice, il teatro come prima passione, la Rai come laboratorio creativo: tasselli di una vita che hanno alimentato un’opera letteraria capace di ridefinire il genere giallo e, insieme, di incarnare un impegno civile mai rinnegato.
“Raccontare Camilleri non è comodo - osserva De Giovanni - perché non lo è mai stato, e lui non ha mai voluto esserlo. Per questo sono grato a Quoiat Films, a Rai Documentari e al suo direttore Luigi Del Plavignano: hanno scelto la via più coraggiosa, non quella più uniforme. Li ringrazio di cuore per aver restituito al Paese la complessità di una figura che non faceva sconti a nessuno”. Parole che si legano alla missione più volte dichiarata dallo stesso Del Plavignano, anche alla Mostra del Cinema di Venezia: “costruire coscienza civile attraverso i documentari, riportando al centro figure che aiutano a leggere il presente e a parlare alle nuove generazioni”.
De Giovanni individua in Camilleri la lezione più alta: la capacità di raccontare un territorio senza ridurlo a stereotipo. “La vera eredità di Camilleri è aver dimostrato che il Sud non è periferia, ma centro di storie universali. Sarebbe stato facile ridurre la Sicilia alla mafia o Napoli alla camorra, ma non può essere l’unico oggetto del racconto. Andrea lo ha mostrato con forza, ed è un insegnamento che dobbiamo portare avanti”.
Un lascito che vale soprattutto per i giovani scrittori di oggi: non imitare Camilleri, ma imparare da lui la libertà di non semplificare, la capacità di raccontare la complessità, la forza di dare voce alla vita in tutte le sue sfumature. Perché, a un secolo dalla nascita, la sua coscienza civile e letteraria continua a parlare al Paese, e il documentario che Rai Documentari dedica al Maestro restituisce intatta quella voce irriducibile.
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