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il giallo

Il caso Mollicone torna in tv, la verità ancora sospesa

Sabato in prima serata su Rai 2 il documentario prodotto da Indigo Stories con Rai Documentari e diretto da Giampaolo Marconato

Il caso Mollicone torna in tv, la verità ancora sospesa

Ventiquattro anni dopo, il caso di Serena Mollicone continua a chiedere verità. Alla vigilia del nuovo processo d’appello, previsto per il 24 ottobre, Rai 2 dedica la prima serata di sabato 18 ottobre al documentario “Nient’altro che la verità. Il caso di Serena Mollicone”, scritto da Nicola Vicinanza per la regia di Giampaolo Marconato e prodotto da Indigo Stories in collaborazione con Rai Documentari.
Il film ripercorre uno dei delitti più misteriosi e discussi dell’Italia dei primi anni Duemila: la morte della studentessa diciottenne di Arce, in provincia di Frosinone, ritrovata senza vita il 3 giugno 2001 in un bosco poco distante dal paese. Un caso che ha attraversato generazioni, tribunali, teorie contrapposte e che ancora oggi divide l’opinione pubblica.
Il documentario sceglie una chiave doppia: da un lato la ricostruzione giornalistica, affidata alle voci di scrittori, cronisti, ex magistrati e inquirenti; dall’altro un racconto più intimo, che restituisce il clima di una lunga attesa, culminata nell’11 marzo 2025, quando la Cassazione ha ordinato un nuovo processo d’appello dopo l’assoluzione della famiglia Mottola.
La narrazione si intreccia con le immagini di quella giornata al Palazzo di Giustizia: l’arrivo di Gaia Fraioli, cugina di Serena, la tensione dei parenti, la folla di telecamere davanti ai cancelli, gli imputati Franco e Marco Mottola presenti in aula, certi di un verdetto definitivo che invece non arrivò. “Si ricomincia”, fu il commento a caldo.
La vicenda giudiziaria è lunga e tormentata: l’ipotesi che l’omicidio possa essere avvenuto all’interno della caserma dei Carabinieri di Arce, le indagini riaperte dopo il suicidio del carabiniere Santino Tuzi, i processi, i silenzi, le assoluzioni. Ma anche la tenacia del padre di Serena, Guglielmo Mollicone, morto nel 2020 dopo aver dedicato la vita alla ricerca della verità.
Il docufilm ricostruisce non solo la cronaca, ma anche l’impatto mediatico di una storia che, nel tempo, ha trasformato il dolore privato di una famiglia in un caso collettivo. “Il racconto del delitto - spiega la produzione - non è solo la storia di un omicidio, ma anche di come i media possano diventare specchio della società, amplificando o deformando le percezioni di ciò che è giusto e vero”.
«Con questo documentario - sottolinea Luigi Del Plavignano, direttore di Rai Documentari - vogliamo restituire complessità a una vicenda che per troppo tempo è stata semplificata. Raccontare il caso Mollicone significa anche riflettere sul potere delle narrazioni mediatiche, sulla responsabilità di chi informa e sul diritto dei cittadini a una verità limpida, che non sia solo giudiziaria ma anche umana».
Ora che la giustizia si prepara a scrivere un nuovo capitolo, “Nient’altro che la verità” diventa anche un racconto sull’attesa: quella di chi non ha mai smesso di credere che, dietro i depistaggi e le ombre, esista ancora una verità possibile. Una verità che, dopo ventiquattro anni, è forse più fragile ma anche più necessaria che mai.

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