Speciale elezioni
arte e fede
16 Novembre 2025 - 18:29
La Compagnia Il Segno in I Miserabili al Teatro delle Rose di Piano di Sorrento
PIANO DI SORRENTO. «Ai Miserabili non avevo mai pensato. Ma a Londra, casualmente, mi trovai ad assistere alla versione in musical di Claude-Michel Schonberg e fui rapito da quell’opera, tanto da cominciare a pensare subito a una versione in italiano». Don Gennaro Boiano, sacerdote della diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, ha impiegato un anno e mezzo per riscrivere i testi, poiché non sarebbe stato possibile tradurli semplicemente dall’inglese, «la metrica non ne avrebbe consentito una trasposizione elementare», spiega.
Lo spettacolo, andato in scena al Teatro delle Rose di Piano di Sorrento il 15-16-17 novembre, ha travolto il pubblico. Don Gennaro aveva ragione: le musiche trascinano, la storia, anzi, le storie dei miserabili commuovono, con la forza di 50 interpreti (cantanti, attori, ballerini in questa rappresentazione, ma sono in tutto 60) che risucchia anche i presenti nelle vicende dolorose di ingiustizie, povertà, malvagità, preghiera e redenzione rappresentate.

Elencare tutti coloro che hanno lavorato oltre un anno e mezzo per la riuscita di quest’opera - che meriterebbe una tournée di pari durata in tutta Italia – è impossibile. Ma, soprattutto, non renderebbe l’idea dell’armonia e dei legami forti che si sono sviluppati in quasi 30 anni di questo progetto (voluto come Servizio Teatro-Spettacolo dalla Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia).

Dal palco, i protagonisti - Mario Renato (il grande Jean Valjean), Adriano Criscuolo (il terribile Javert), Ferdinando De Rosa (il luminoso Mons. Myriel Enjolras), Myriam Somma (la struggente Fantine); Natalia De Maio (la spregiudicata Madame Thénardier), Tonino Paola (divertente e immorale monsieur Thénardier), Elena Vollaro (potente e moderna figura di Eponine), Rosalba Veniero (la romantica Cosette), Ema Calveyra Bosco (il coraggioso Enjolras), Marco Marcia (il fascinoso Marius), Lucia Cipolletta (l'adorabile Cosette Bambina) con Irene Grieco (tenerissima Cosette Bambina), Antonio Izzo (birbante piccolo Gavroche) con Mattia Pocobelli (scugnizzo francese Gavroche) - si interfacciano sostenuti dalle voci, le interpretazioni, la grazia e la forza deill'ensemble. Tutti insieme raggiungono nello spettacolo una forza spirituale e una potenza di anime che si trasmette con energia alla platea. Non sono solo qualità interpretative ma sentimenti reali che tengono insieme la compagnia “Il Segno”, l’orchestra straordinaria (direzione del coro Marianna Russo e orchestrale Luigi Di Guida per 20 musicisti), i tecnici, le 12 equipe di sarte-costumiste (per 250 costumi), lo staff tecnico, lo scenografo Antonio Mirone, la coreografa Mariella Romano. Tutti volontari, sostenuti da una meravigliosa passione che - durante la preparazione degli spettacoli - prende il posto degli impegni professionali di ciascuno (ci sono fra loro medici, psicologi, impiegati, insegnanti, tantissimi studenti, genitori, nonni e nipotini) 8 ore a settimana per provare in spazi, talvolta piccoli e improvvisati, per fondersi nella sorprendente esplosione di gioia e sofferenza delle note di Claude-Michel Schonberg.
Il risultato dell'energia vitale che li anima - sotto la guida pastorale di don Gennaro Boiano - è andato in scena in queste sere trascorse a Piano di Sorrento. Ma non finirà qui. La compagnia Il Segno, infatti si prepara (come anticipato nell'intervista al sacerdote regista e autore) a esibirsi nella diocesi di Avellino. Poi, grazie ai contatti che anche la Curia di Napoli sta prendendo con loro in questi giorni, si attende anche nel capoluogo campano. Mentre alle scolaresche del territorio, della diocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, sono state già dedicate tre rappresentazioni.


Sono proprio i giovanissimi, che desiderano trovare uno spazio nel mondo dell'arte teatrale e musicale il campo in cui si muove il progetto approvato e incoraggiato dall'Arcivescovo Francesco Alfano. «Noi abbiamo sempre "progetti aperti" - assicura don Gennaro - per chiunque desidera esprimersi in questa forma d'arte. La nostra terra è ricca di giovani dotati di fantasia, creatività, passione. Qui c'è tanto cuore e ad ogni avvio di progetto lancio sempre un invito rivolto a tutti, le nostre porte sono sempre aperte. A tutti».
E si prega, anche?
«Si prega. Anche. Il nostro è un cammino continuo. A differenza di altri gruppi che mettono in scena uno spettacolo e basta, questo è un molto chiaro cammino di fede, in cui si prende coscienza di avere dei doni a disposizione e di volerli mettere al servizio di Dio. E quindi di essere "sale della terra e luce nel mondo". Per questo la Compagnia si chiama Il Segno: si propone di lasciare un segno...».
Il gruppo ha anche maturato delle vocazioni e sul palcoscenico ci sono famiglie intere...
«Sì, genitori e figli. Genitori che hanno lavorato con me in passato, che hanno avuto figli, che sono cresciuti. È un grande privilegio che il Signore mi ha concesso».
Aggiungi un posto a tavola, Forza Venite gente, Francesco il musical, quanti altri spettacoli avete rappresentato?
«Cinquantaquattro... veramente tanti».
Qual è la fascia d'età inclusa nella compagnia "Il Segno"?
«Dai bambini, che si vedono anche qui in scena, ai giovani e giovanissimi, fino ad attori di età anche più avanzata».
La compagnia Il Segno non ha preclusioni per alcuno, è infatti aperta e accoglie anche portatori di disabilità, valorizzando ognuno nelle proprie capacità di offrire qualsiasi forma di collaborazione, scenica o anche tecnica.
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