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18 Febbraio 2019 - 22:00
Lo scrittore è intervenuto alla presentazione del film “La paranza dei bambini” nella sala di via Chiaia
NAPOLI. «I ragazzini nascono in una realtà dove subiscono delle regole del “Sistema”. Delle regole che già esistono. Con questo film - e prima ancora col libro - vogliamo raccontare quei ragazzi che loro malgrado si trovato ad affrontare una realtà che li fagocita. “Impugnare o meno la pistola”, questo il quesito che si pone loro». Così Roberto Saviano (nella foto di Marco Sommella con Nicola Grispello del “Metropolitan”), intervenuto alla proiezione al cinema Metropolitan di via Chiaia. «Un racconto generazionale. Che parla di un gruppo di ragazzi belli, ma impauriti e smarriti. E dei loro padri assenti. Assente ogni tipo di guida o normalità. Tutti gli scrittori e registi famosi, tutti quelli che hanno fotografato Napoli nelle sue ferite, De Sica per primo e poi Rosi, sono stati criticati ed additati. Ormai l’essere criticato non mi ferisce, anzi mi da più carica. Più sarò criticato piu sarò motivato a fissare quella ferita. Raccontare la ferita non è un denigrare la città ma dare cenno di esser consci. La borghesia napoletana sta diventando chiusa e bieca come quella del Venezuela e dell’Argentina che raccontano di Napoli solo del mare e del cielo e della sua bellezza. Girano la faccia quando vedono ciò che non amano. Il centro storico di Napoli attualmente vive dei turisti che vengono a vedere anche ciò che hanno visto in “Gomorra” e in questo film. Secondo voi le persone, i ragazzini, corrono a vedere “La paranza” perche vogliono imparare a sparare? Assolutamente no! Sono solo curiosi È una vita rappresentata, non reale. Questa è la chiave di lettura: una rappresentazione cinematografica della verità». Poi l’incontro con l’assessore comunale Nino Daniele: «Apprezzo che sia qui, anche se mi sento strano perché finora non è mai stato così con il Comune di Napoli. Ma mi fa piacere questo incontro».
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