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Squadra e tifosi, tutti a difesa di Koulibaly

Squadra e tifosi, tutti a difesa di Koulibaly

Non solo i messaggi dei compagni di squadra: migliaia di tifosi hanno rincuorato il difensore dopo l’autogol

NAPOLI. Per gli attaccanti e i centrocampisti, come insegnava De Gregori, lo spauracchio da sconfiggere è quello di calciare un calcio di rigore. Che, anche se si sbaglia, non ti erge a campione o schiaccia nel limbo degli incompetenti. Per i difensori, ciò che non si deve temere per antonomasia è quella di “metterci sempre un piede”, come viene spiegato dagli allenatori dei primi calci. Kalidou Koulibaly nel giro di un anno e mezzo ha vissuto due serate indimenticabili all’Allianz Stadium. Nel girone di ritorno dell’ultima stagione di Sarri la rete allo scadere che sapeva di scudetto, sabato sera nella porta opposta l’episodio opposto: tentativo di chiusura, deviazione fortuita e autorete da tre punti per la Juventus.

COMPAGNI E FRATELLI. Lo scatto del senegalese disteso al suolo, con le mani al volto come se volesse scomparire, è entrata già nel cuore dei tifosi azzurri. E anche di tutti i compagni, che tramite i social network hanno abbracciato virtualmente Kalidou, l’hanno fatto sentire meno solo, forse l’hanno di già fortificato. Come le sventure della vita. “Sei il migliore, fratello”, gli ha scritto Malcuit, uno che oltre a condividere lo spogliatoio con Koulibaly spartisce passioni e lingua. Legame forte, fin dall’arrivo del terzino. Così come quello che l’ex Genk ha con Allan, uno dei primi a rincuorarlo, a farsi sentire lì vicino non solo fisicamente. “Saremo sempre insieme”, come avviene da quattro anni ormai. Chi a breve potrebbe andar via è Chiriches, promesso sposo al Sassuolo, che però non manca nel mostrare solidarietà al compagno, mettendo in campo tutta la sua saggezza: “Sei troppo forte, sono cose che possono succedere. Forza!”. I social sono fatti anche per questo: far sentire le persone parte di un collettivo e mai sole. Kalidou, poi, è il leader dello spogliatoio e senza dubbio uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Anche un secondo dopo l’errore non s’è sentito isolato: l’abbraccio di Manolas, lo schiaffetto di Insigne, una parola da tutti gli altri, avversari compresi.

SOLIDARIETA'. Non sono mancati i segni d’affetto anche dagli altri. Chiellini, ad esempio, ha voluto fermarsi con Koulibaly a fine partita per chiacchierare su quanto accaduto. Un gesto che viene sottolineato da entrambe le piazze, che a volte sanno essere d’accordo anche se sono opposte, a prescindere dal risultato. Dai supporters agli addetti ai lavori, passando anche per chi con Koulibaly non condivide più la maglia che indossa. Inglese, ad esempio, con lui ha vissuto appena una parte di ritiro, questo e lo scorso anno, ma gli ha voluto ricordare quant’è forte e che, come una rondine non fa primavera, anche un errore non fa venire il freddo. Maggio è stato una chioccia per il giovanissimo Kalidou sbarcato in Italia sotto la mano di Benitez e ci ha voluto scherzare, chiamandolo “Vecio”, poi chiaramente associandosi agli altri: “Stai sereno, nella vita può succedere. Sei forte e continuerò a dirtelo”. Quello che gli dicono tutti, l’ex azzurro Zuniga compreso, che però usa il dialetto napoletano per chiamarlo. “Fratm”, un soprannome che spesso usa anche Koulibaly stesso. Napoli e non solo sono accanto a lui, come sempre.

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