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24 Settembre 2019 - 07:55
L’allenatore azzurro ammette di aver trattato i due campioni: «Serviva, però, il sì di tutti»
NAPOLI. La mano di Ancelotti in questo Napoli si vede eccome. Il successo di domenica pomeriggio in casa del Lecce è stato solo la conseguenza di un ottimo lavoro tecnico-tattico dell’allenatore azzurro. E non poteva essere altrimenti visto e considerato che nelle prime due gare di camionato la squadra azzurra aveva subito sette gol. Inspiegabile fu quel crollo difensivo ma subito il tecnico di Reggiolo si è messo in moto e ha risolto, almeno in questo momento, il problema. Nelle tre sfide successive, infatti, in porta è entrato un solo pallone. Quello del Lecce domenica pomeriggio. Addirittura si rimasti illibati con il Liverpool e la gara precedente con la Samp. «Fosse tutto perfetto adesso, in questo momento della stagione, ci sarebbe da preoccuparsi... Si può sempre fare meglio, ma rispetto alle prime due partite dove avevamo subito 7 gol siamo migliorati grazie al lavoro collettivo», ha raccontato Ancelotti a Radio Anch’io lo Sport. Dove può arrivare il suo Napoli? «Chi lo sa... Questa è una squadra che fa bene da tanto tempo, anche se negli anni scorsi è mancato qualcosina per arrivare al primo posto. Questo qualcosina è arrivato da un mercato oculato e noi ci proveremo. Riuscirci non è semplice ma abbiamo la convinzione poterci provare». Secondo lei Llorente è più funzionale di Icardi? «Non lo so perché Icardi non l’ ho mai allenato. Fernando però è un centravanti completo, grazie al fisico può sfruttare le qualità aeree ma è un giocatore di calcio, con qualità. E poi è arrivato a Napoli con entusiasmo, ci sta dando una grossa mano ultimamente». Quanto è cresciuta la velocità nel calcio moderno? «È un aspetto fondamentale, i tempi per il controllo e per il passaggio diminuiranno sempre di più. È il calcio che sta cambiando, c'è più ritmo soprattutto all'estero. Ma non credo che le squadre italiane siano meno allenate. Col Liverpool ci sono stati 14 falli fischiati, la media della Serie A è 29. Dipende dalla velocità e dall'intensità delle partite insomma». Qual è il ruolo di Lozano? «Ribadisco che può giocare in ogni posizione dell'attacco. E' adattabile perché ha qualità particolari, è rapido e veloce. Può giocare nella posizione di Callejon, ma non con le caratteristiche di Callejon. Va adattato secondo le sue qualità». I tifosi a fine mercato si aspettavano il botto. Ma Icardi è stato veramente vicino al Napoli? «Abbiamo valutato tante alternative e una era Icardi. Poi però per arrivare in fondo alle trattative servono tante cose, la volontà di prenderlo da parte del club ma pure la volontà del giocatore di venire. Se una delle due componenti salta la trattativa non va in fondo». Per James, però, c’erano più possibilità.... «Per James c’era la volontà, ma ci siamo scontrati con la resistenza del Real Madrid. E ora infatti sta giocando con i Blancos, per questo non c'è stata possibilità di prenderlo. In generale è stato un mercato oculato, sono arrivati ottimi giocatori da Di Lorenzo a Manolas, Elmas, Llorente e Lozano». Il turn over riguarda anche i portieri? «Come c’è turn over per gli altri, c'è turn over per i portieri. Ospina ha esperienza enorme, Meret è bravissimo ma non ha quell'esperienza. Io lo faccio non perché amo il turn over, ma perché i giocatori mi danno delle garanzie ed il turn over diventa quasi automatico». È questa la stagione buona per vincere qualcosa? «Se abbiamo recuperato il gap si potrà dire a fine stagione. Noi vogliamo essere competitivi con tutti, Inter, Juve e tutte le altre. Oggi però non posso dirlo, la mia è una squadra che mi piace molto a livello di qualità, carattere e personalità. Siamo cresciuti nell'ultimo periodo». Il prossimo turno è favorevole? «Apparentemente sì, ma il Cagliari si è rinforzato tanto ed è in un buon momento. Il campionato italiano è sempre complicato». La Champions del Napoli sarà finalmente da protagonista? «Per come abbiamo iniziato il girone gli ottavi sono a portata di mano. Il Genk è partito male, ma come sempre nelle gare di Champions serve tenere gli occhi aperti. Siamo partiti meglio dell’anno scorso ed il gruppo è meno complicato, per questo contiamo di arrivare agli ottavi». Il Napoli come si posiziona nella geopolitica del calcio europeo? «Se le squadre italiane vogliono crescere va migliorato il brand della Serie A. Prima era il campionato più venduto all’estero, ora è stato soppiantato dalla Premier. Va migliorata la qualità della A, non solo dal punto di vista tecnico ma per esempio anche da quello degli stadi. Quest’anno c’è più presenza, mi auguro che si possano anche eliminare quegli episodi di razzismo».
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